Ortodossi e cattolici, contro la guerra il “Fattore R”

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Papa Francesco e il patriarca Kirill. Quest'ultimo approva la guerra di Putin

di Luigi Patrini

Ve lo ricordate il “Fattore K”? Credo che sia ora di cominciare a riflettere sul “Fattore R”: soprattutto dovrebbero farlo i professionisti della politica, perché a livello popolare qualcosa ricomincia a muoversi. Il “fattore K” (o “Fattore C”) – lo ricordo per chi ha meno di 50 anni e non ha memoria del tempo della “guerra fredda” – era, nel linguaggio politico di quel tempo, il fattore che nell’Europa occidentale, quella democratica che faceva parte della NATO e aveva iniziato la costruzione dell’Europa Unita, rendeva impossibile per il Partito Comunista andare al potere: il mondo era diviso in blocchi e membri del PC presenti nei Governi nazionali avrebbero potuto venire a conoscenza di segreti militari da comunicare all’URSS; si parlava anche di “conventio ad excludendum”, per dire che c’era, appunto, un comune consenso a tenere lontani dal Governo i membri del PC.

La questione era particolarmente sentita in Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Ora, invece, la crisi ucraina sta facendo emergere l’importanza del “Fattore R”, cioè della religione. Papa Francesco non andrà probabilmente a Kiev in questi giorni, ma certo sono in atto contatti per un suo incontro con Kirill, il “Patriarca Ortodosso di Mosca e di tutte le Russie”, che ha preso posizione a favore dell’invasione dell’Ucraina da parte dei Russi, offrendo una “copertura religiosa” a Putin. Dove avverrà l’incontro non è dato ancora saperlo; si parla del Libano o della Terra Santa come luoghi in cui l’evento potrebbe verificarsi.

Cosa faranno Francesco e Kirill quando si incontreranno? Francesco certamente pregherà e c’è da sperare che anche Kirill lo faccia. Poi, riconoscendosi fratelli, in quanto figli dello stesso Padre, si chiariranno le idee e speriamo che anche Kirill capisca l’errore che ha fatto offrendo una copertura a Putin.

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Luigi Patrini

Lo scisma che aveva contrapposto dal lontano 1054 la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa è stato ormai superato: il 7 dicembre 1965, alla vigilia della chiusura del Concilio Vaticano II, voluto da Giovanni XXIII, si verificò il gesto storico del perdono reciproco, che poneva fine alle reciproche scomuniche; tale gesto era stato preceduto, un anno prima, dall’abbraccio fra Paolo VI, che porterà a termine il Concilio, e il Patriarca di Costantinopoli Atenagora. La Chiesa Ortodossa, da un punto di vista teologico, è la più vicina di tutte a quella Cattolica: la differenza fondamentale sta nel fatto che la Chiesa Cattolica è “una per dottrina e governo” e, pur nelle sue articolazioni diocesane, riconosce come autorità superiore il Papa, cioè il Vescovo di Roma successore di Pietro, mentre la Chiesa Ortodossa è articolata in circa 20 chiese “autocefale”, indipendenti tra loro, che riconoscono al Patriarca di Costantinopoli solo un primato d’onore, ma hanno una completa autonomia.

La posizione cattolica è nota: Cristo ha “distinto” la politica dalla religione. Dall’“episodio del tributo” i cristiani hanno appreso che “a Cesare quel che è di Cesare” (le tasse si pagano a chi guida la società politica!) e “a Dio quel che è di Dio”: poiché sull’uomo c’è l’immagine di Dio, l’uomo appartiene solo a Dio. Il cristiano dunque rispetta l’autorità politica, perché sa che viene da Dio (Rm. 13, 1), obbedisce ad essa (sa e non dimentica, però, che “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”, come si legge in At. 5,29), ma mai adorerà un’autorità umana. Quando satana ebbe la dabbenaggine di tentare Gesù, si sentì rispondere “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto!”.

La posizione è molto chiara, anche se bisogna riconoscere che per gli stessi cattolici non è sempre stato facile, storicamente, rispettare questa “distinzione” tra politica e religione: sottolineo che si tratta di una “distinzione” e non di una “contrapposizione”, perché a Dio non piace fare a metà con nessuno: dall’uomo Egli vuole il 100% e non si accontenta di fare “50% a te, 50% a me con Cesare (non Gli andrebbe bene neppure un 99%, perché vuole tutto). Fuori dal cattolicesimo questa situazione è più debole: nell’Ortodossia c’è una subordinazione di fatto del potere religioso nei confronti di quello politico e credo che proprio per questo la Chiesa ortodossa sia divisa in chiese nazionali autocefale, che si sentono in comunione tra loro in modo un po’ astratto, come ha ben evidenziato l’uscita pubblica di Kirill a sostegno di Putin, che ha reso evidente la divisione degli Ortodossi ucraini da quelli russi.

Anche nelle varie confessioni “protestanti” c’è una situazione simile: emblematico è il caso dell’anglicanesimo, che cito perché, come è noto, il Capo della Chiesa anglicana è il sovrano del Regno Unito, attualmente la regina Elisabetta II. Forse è anche per questo che gli Inglesi sono usciti dall’Unione Europea per la quale sono sempre stati un po’ “tiepidi”: questa mia è solo una battuta, ma credo che la questione meriterebbe di essere davvero approfondita. Ciò che voglio qui sottolineare è che quando il potere politico e quello religioso non sono ben “distinti”, il più debole – che è quello religioso, privo di armi e di potere economico – finisce sempre con il piegarsi al volere del più forte. Historia docet! Ciò non toglie, ovviamente, che Santi e Martiri ci siano anche tra gli ortodossi e i protestanti; del resto persone rispettose e rispettabilissime ci sono anche tra gli atei, visto che “Dio può suscitare figli ad Abramo” (Mt 3,9) anche dalle pietre della strada (ah… l’universalità dell’Annuncio Cristiano!).

Chiudo queste veloci riflessioni con un’ultima considerazione che vuole essere anche un augurio ed un auspicio: penso che quanto sta succedendo nel nostro tempo sia il segno dell’importanza che il “Fattore R” sta assumendo: forse è segno anche questo di quel “cambiamento d’epoca” a cui assistiamo, che – come Francesco ha intuito – non è un semplice “cambiamento epocale”. Se le varie religioni saranno capaci di rendersi “efficaci” nella società umana, forse arriveremo davvero a vedere realizzata la profezia di Zaccaria e vedremo sparire i carri di guerra e i cavalli da Efraim e da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato e sarà annunciata la pace alle genti (9, 9- 10). Una Politica seria, con la “p” maiuscola, deve oggi guardare con speranza alla possibilità che l’incontro tra Francesco e Kirill, che si situa nella traiettoria degli incontri di Francesco con il Ahmad Muhammad al Ṭayyeb , Grande Imam di Al Azhar, leader dei Sunniti, e con il Grande Ayatollah al-Sīstānī, leader Sciita. Se le tre “religioni abramitiche” (Ebrei, Cristiani e Islamici) trovassero un’intesa sul “No alla guerra”, forse avremmo davvero la pace!

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