Palaghiaccio, copertura divelta. Tutti vedono lo spreco, ma la Corte dei conti?

Il “pala-vergogna” di via Minghetti a Busto

BUSTO ARSIZIO – Due mandati di Farioli sindaco e quasi sette anni di Antonelli non sono bastati per trovare una soluzione e porre fine al degrado del Palaghiaccio. Struttura che più il tempo passa e più perde i pezzi, come dimostra, oltre allo scheletro di cemento armato invaso da erbacce, rifiuti e graffiti, anche la copertura divelta dal vento. Che, chiaramente, nessuno ha pensato di mettere in sicurezza. Tanto che c’è chi, passando quasi quotidianamente davanti all’ecomostro, si chiede per quale motivo, tale sperpero di risorse economiche pubbliche non sia ancora finito nel mirino della Corte dei conti.

Solo il degrado non ha fatto flop a Beata Giuliana

L’ultimo flop, il più teatrale della lunga serie che ha l’area del palaghiaccio quale protagonista, è stato il campus progettato dalla Noka. Un “pacco” da 20 milioni di euro, poi gonfiati fino ad arrivare a 36 per colpa del Covid e del caro materie prime e che si è sgonfiato come un palloncino punto da uno spillo: non c’erano e non ci sono mai stati i soldi necessari.

E solo a quel punto, anche chi non voleva vedere si è trovato davanti il nulla che c’era dietro la mega operazione sbandierata in tutta le salse e che qualcuno (in ballo c’era il secondo mandato e una brillante carriera politica ai tempi solo all’alba) ha fino alla fine maldestramente camuffato. E tra ricerche di fidejussioni, annunci di lavori pronti a partire, promesse di palazzetti ginnici, l’unica cosa che inesorabilmente è avanzata è stato il degrado. Tanto che anche la copertura, che fino a poche settimane fa si è dimostrata imperturbabile alle intemperie, ha ceduto. O meglio, è stata ribaltata probabilmente dal vento, dando vita a una virgola plastica contro il cielo bustocco e lì ferma (fino alla prossima volta che Eolo tirerà in maniera sostenuta) a salutare chi dal Sempione entra ed esce dalla città.

Il lato oscuro del Sempione

Da questa parte il palaghiaccio, esempio e scempio di spesa pubblica e dall’altro lato della Statale il complesso dell’ex Mizar (area privata, of course) risistemato a tempi di record e, ricordiamolo, spesso visitato (un taglio del nastro non si nega a nessuno) dal sindaco Antonelli. Questo per dire che a Busto tutti hanno visto, o vedono l’ecomostro di via Minghetti, che ancor oggi non ha un futuro preciso. Tutti tranne la Corte dei conti, spesso solerte a intervenire su sperperi di soldi pubblici di risibile portata economica e che, in tanti si chiedono perché, si sta dimostrando cieca sul caso palaghiaccio.

Palaghiaccio, ma quanto mi costi?