Paolo Giordano “divora” il pubblico di Busto con il suo ultimo libro

Giordano Divorare il cielo Galleria Boragno

BUSTO ARSIZIO – Dopo dieci anni dalla “Solitudine dei numeri primi” Paolo Giordano approda in città per presentare la sua ultima fatica, “Divorare il cielo” e il pubblico bustese non si fa attendere. Erano in tanti ieri sera alla Galleria Boragno ad accogliere l’autore, un po’ curiosi del nuovo libro, un po’ affascinati dall’idea di stare a tu per tu con un autore di fama internazionale, un po’ – ed è il caso di quelli che avevano già letto il nuovo libro – per chiedere chiarimenti su personaggi, tematiche. Anche se lui di tematiche non ne vuole sentir parlare. E fa riferimenti sulle caratteristiche dei romanzi che vanno in voga oggi. «Cerchiamo a tutti costi di evidenziare le tematiche, ma io preferisco puntare sui personaggi. E ho voluto creare personaggi particolari che portassero con sé delle inquietudini (Bern), un senso di mistero, l’inafferrabile. Anche l’amore tra il protagonista e Teresa è qualcosa di insolubile, si fonda su una mancanza reciproca». E rimarca: «Quando mi dicevano che i personaggi agiscono da soli non ci credevo. Invece è proprio così. Scrivere un romanzo equivale a scoprire il percorso di conoscenza delle persone che lo popolano, gli snodi, gli incastri. Voler approfondire i personaggi: questo è quello che fa la differenza tra un romanzo di livello e un altro. Insomma un thriller di persone. E i miei personaggi non sono simpatici, come erano antipatici i protagonisti della Solitudine dei numeri primi. Tutti i colpi di scena inerenti ai personaggi riguardano comunque qualcosa che accade nella nostra vita».

La scena iniziale

Ma Paolo Giordano ha preferito svelare poco della trama, offrendo piuttosto delle chiavi di lettura, suggerendo qualche spunto per immergersi nei personaggi e le motivazioni che hanno spinto l’autore a imprimere certe peculiarità che hanno contraddistinto il motore dell’azione. Così ha preferito leggere solo la scena iniziale, quella che fa da guida e che contiene le dinamiche del libro. E qui sciorina quella pagina in cui i tre ragazzi s’immergono nudi, di notte, in una piscina con lo sguardo della ragazza, Teresa, che dall’alto li scopre, li studia in silenzio. Ed è quella trasgressione insieme innocua e provocatrice che dà il la a “Divorare il cielo”. Fra Teresa e Bern scoppia la passione. E il regalo tra i due è “Il barone rampante”. Qui Giordano fa una considerazione su Calvino: lo definisce un autore difficilissimo specie sul piano linguistico: «Anche se è gettonatissimo nelle scuole – chiarisce – sia medie sia superiori in realtà è un autore che deve essere letto non in modo fiabesco, favolistico, ma uno scrittore che conduce il lettore nei grandi abissi». Tant’è che sulla copertina di “Divorare il cielo”, campeggia il cielo riflesso sull’acqua e sotto l’abisso. Poi un abbraccio, la tenerezza.

giordano busto libro – MALPENSA 24