Paolo Masi a Gallarate, una città per la sua arte

paolo masi arte

GALLARATE – La visita alla chiesa di Sant’Antonio allestita con le sue opere e, pochi metri più in là, la passeggiata in via Mercanti colorata dalle bandierine ispirate ai suoi lavori, hanno lasciato a bocca aperta Paolo Masi.

L’installazione in Sant’Antonio

L’artista fiorentino, classe 1933, giovedì 12 luglio ha visitato il centro di Gallarate, diventato una succursale della sua personale ospitata al museo Maga fino al prossimo 16 settembre. Prima tappa alla chiesetta in via della Pace, al cui interno Palo Martinelli (manager del Duc) ha curato l’allestimento con i cerchi di Masi: «Il gioco di specchi che si crea con il soffitto della chiesa esalta al massimo l’opera. I due elementi (l’opera dal titolo “Riflessioni riflesse” e la chiesa, ndr) si valorizzano a vicenda».

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Le bandiere di via Mercanti

A pochi metri la seconda sosta, questa volta con lo sguardo rivolto verso l’alto, ad ammirare le bandiere colorate che tappezzano la via Mercanti. E’ il frutto del lavoro dei ragazzi delle scuole del Gallaratese che, coordinati da Martinelli e dal laboratorio didattico del museo di via De Magri, si sono ispirati ai lavori di Masi. «Davvero bello», è stato il suo commento, «come è bella questa città che ho trovato pulita e vivibile. Se fossi più giovane verrei a vivere qui».

L’arte al centro

Isabella Peroni, assessore alla Cultura, coglie l’occasione della visita di Masi per porre l’accento sull’apertura verso l’esterno del Maga: «Il museo non deve essere un circolo chiuso ma deve uscire e andare in città. Proprio come è accaduto con questa mostra che sta creando un interessante circolo virtuoso. Il fatto che l’artista stesso apprezzi il lavoro svolto ci fa molto piacere: significa che la strada percorsa è quella giusta». Anche l’assessore Claudia Mazzetti, che ha fatto gli onori di casa in qualità di presidente del Duc, ringrazia il maestro per i complimenti:  «Per noi le sue parole sono uno stimolo a insistere con queste iniziative: ovvero l’arte portata fuori dai musei per attrarre persone nel centro storico. E’ davvero un piacere che un artista di questa levatura abbia voluto toccare con mano la nostra città».

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