La ferrovia Malpensa-Gallarate è una vergogna arrogante e inutile

Malpensa masterplan jimmy pasin

Ieri ero presente come auditore, con gli amici del comitato “SalviAMO la Brughiera” di Casorate Sempione, all’ultima vergognosa puntata della conferenza di servizi per la Valutazione di Impatto Ambientale del progetto della Ferrovia che collegherà (inutilmente, anche perché i collegamenti già ci sono) il Terminal 2 di Malpensa con la linea ferroviaria RFI Milano-Galarate-Domodossola.

Il tutto era iniziato più di un anno fa con gli stessi funzionari di Regione Lombardia (nella tripla veste di organo che presiede la Conferenza, di organo che emanerà l’autorizzazione e di organo proprietario della società che presenta il progetto) che dichiaravano che si era aperto un contenzioso con lo Stato. Infatti i Ministeri competenti avevano informato Regione Lombardia che non avrebbero partecipato alle riunioni in quanto ritenevano illegittima la procedura adottata dalla Regione. Quest’ultima, sentiti i propri legali, aveva informato i Ministeri competenti che sarebbe andata avanti lo stesso, assicurando che la procedura adottata fosse corretta.

E così Regione Lombardia, ieri, contro lo Stato, con un contenzioso ancora aperto, ha semplicemente dichiarato che l’assenza equivale ad una dichiarazione di assenso ed ha iscritto tra i favorevoli tutti gli assenti alla riunione di ieri, compreso appunto lo Stato.

Durante questo anno trascorso ad osservare un progetto assolutamente inutile, come del resto si poteva benissimo desumere dalle carte presentate dallo stesso proponente (ad esempio lo studio del Politecnico di Milano che indicava come inutile il progetto se si fosse realizzato il raccordo ad Y a Busto Arsizio), i vari enti territoriali hanno presentato una serie di osservazioni a seguito delle quali il proponente non ha risposto.

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Regione Lombardia, solo negli scorsi giorni, ha presentato una proposta di Valutazione Positiva “CON PRESCRIZIONI” che avrebbero dovuto, a parere della stessa Regione, essere coerenti con quanto richiesto da Parco del Ticino e Comuni coinvolti.

Peccato che lo stesso Parco del Ticino e gli stessi Comuni non si siano ritenuti “soddisfatti” da quelle “prescrizioni”.

Ma Regione Lombardia, infischiandosene dei pareri contrari degli enti territoriali, delle associazioni e dei cittadini che si sono sentiti coinvolti da progetto, infischiandosene perfino di quanto emergeva dai documenti stessi del progetto, sembra voglia andare comunque avanti e presenterà all’autorità competente, che dovrà rilasciare il Permesso Definitivo, il suo parere positivo rispetto al Progetto.

Nel frattempo il Parco, ieri pomeriggio, ha pure negato il taglio degli alberi relativo al progetto stesso, e su questo cercheremo di capire come si comporterà il proponente e la stessa regione.

Ora, a parte la questione relativa all’ovvia rabbia da parte degli enti che si sono visti minimamente considerati nelle loro opposizioni al progetto (non è MAI stata considerata l'”opzione zero” che invece dovrebbe essere proposta nei progetti di VIA), non si è nemmeno minimamente tenuto conto di come potrebbero realizzarsi le dovute compensazioni ambientali.
Il Parco del Ticino aveva proposto, nel caso il progetto si dovesse realizzare (il Parco era comunque CONTRARIO al progetto in sé), di realizzare una serie di compensazioni sui territori dei Comuni coinvolti che avrebbero dovuto compensare le aree che il progetto “cementifica”, cioè rende “impermeabili”.
La logica era quella di rendere quindi “permeabili” aree oggi “impermeabili”, trasformando quindi in boschi aree asfaltate, costruite, urbanizzate.

Regione Lombardia ha invece messo nelle prescrizioni l’obbligo, da parte di FN, di piantare aree che i Comuni dovranno già fornire al proponente, libere e bonificate (quando sarà il caso).
Cioè tutti gli oneri di trasformazione delle aree saranno a carico degli enti locali mentre FN dovrà limitarsi unicamente a piantare qualche alberello.

Tutto ciò non può essere che definito scandaloso in quanto caricherà gli enti di ulteriori oneri per la realizzazione di un’opera che nemmeno vogliono.

In più Regione Lombardia obbliga gli enti ad un accordo in tempi brevi con FN che, in caso di mancato raggiungimento di tali accordi, potrà ricercare, in qualsiasi Comune della Provincia di Varese, terreni sui quali metter in atto questa compensazione.

Il danno, la beffa e l’idea che se i Comuni coinvolti non accetteranno le proposte di FN o non saranno in grado di fornire aree per la compensazione, verranno bypassati.

Penso solo al Comune d Casorate che, come ha detto lo stesso suo Sindaco, dove mai riuscirà a reperire tutte le aree di compensazione di cui avrebbe diritto visto che il progetto riguarda per più dell’80% il suo territorio.

Sembrava veramente una situazione “kafkiana”, dove i protagonisti venivano coinvolti in un processo senza nemmeno capire i capi d’imputazione, dove i giudici decidevano una condanna senza che i protagonisti potessero capirne i termini.

Il territorio è condannato a morire, non sappiamo perché ma la procedura è avviata.

A meno che i cittadini, le Amministrazioni locali, le Associazioni, il Parco del Ticino non assumano un atteggiamento coerente alle loro prese di posizione in conferenza ed INSIEME, dimostrino di ESSERE UNA COMUNITA’ COESA, pronta a rispondere all’arroganza.

Jimmy Pasin
(Rcm – Rete comitati Malpensa)

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