Sottomessi al Covid o a chi ci governa?

pellerin covid istituzioni governo

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, confesso tutto: ero un ottimista in carriera. Ero, ma ormai non più; sono avvilito e afflitto. Forse mi avete sentito dire che “la vita è come una brioche, il dolce sta in fondo, … se non hai sbagliato bar.” In questi due ultimi giorni due accadimenti hanno causato un danno irreparabile alla composta osservanza degli italiani: i 993 decessi di giovedì 5 dicembre e il rapporto Censis, come ha ben documentato il nostro direttore Coronetti. Certo la neve triste, le nubi grigiastre e la nebbia mattutina umida e ferrosa non hanno contribuito a riscaldare il cuore. E neanche le parole mélange, tra il rimprovero e l’incoraggiamento, del nostro premier. Si può ipotizzare che esista una correlazione tra l’umore della stagione e quello del governo?

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Ivanoe Pellerin

Dunque i numeri. Non so voi ma io non ne posso più di questo nubifragio aritmetico e osservo che i dati che ci vengono regolarmente forniti sono dati grezzi, non analizzati nel dettaglio, elemento importante. Abbiamo abbandonato qualsiasi osservazione sanitaria sulle varie patologie per restringere lo sguardo solo, e sottolineo solo, sull’infernale infezione da Covid. Ci siamo evidentemente dimenticati che molti altri disastri della salute portano alla fine della vita. In Italia, prima del Covid, morivano 1.700 persone ogni giorno, ma nessuno ne ha mai declamato la moria. Dove sono? Tutti i morti ospedalieri che presentano una positività al virus sono classificati automaticamente “morti per Covid”, anche se le cause del decesso sono altre. Occorre inoltre considerare un altro fattore. Basta registrare con un giorno di ritardo o con scarsa precisione il giorno del decesso per fornire in seguito un numero fallato che graverà inevitabilmente sul conto dei giorni successivi e sul tragico conto settimanale. L’Huntington Post ha recentemente denunciato dei conteggi irregolari.  Peccato che sui numeri dati si appoggi non solo l’umore del Comitato Tecnico Scientifico ma anche il famoso RT, l’indice che mette in rapporto gli attuali sintomatici con i possibili nuovi contagi.

Per mettere i puntini sulle famose i, ricordo, ancora una volta, che i contagiati non sono ammalati e che anche coloro che diventano sintomatici guariscono con poche o nessuna complicanza. Ormai sono tutti terrorizzati e l’indagine Censis l’ha confermato. Ha confermato che la maggioranza degli italiani approva, magari con qualche mugugno, l’operato del governo in tema di chiusure e limiti e che moltissimi vorrebbero ulteriori misure di controllo. E subito pronto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha dichiarato che per queste festività “Ci saranno forze di polizia in numero elevato, circa 70.000 unità che saranno addette a questo tipo di controllo.” E ancora: “Opereranno con grande equilibrio.” Subito serviti.

Non posso fare a meno di pensare che far ricadere i risultati della pandemia sui cittadini sia un comodo rifugio per far dimenticare le inadeguatezze di coloro che ci hanno governato gli anni precedenti e che ancora ci governano. A partire dal 2011 alla sanità nazionale sono stati sottratti 30 miliardi di euro, fu detto “per salvare l’economia del paese”; inoltre sono stati applicati negli anni successivi degli indicatori per diminuire in misura straordinaria il rapporto cittadini/posti letto fino a livelli preoccupanti, naturalmente mostrandosi orgogliosi di ciò. Con la legge Finanziaria del 2010 (191/2009) era stato deciso di diminuire il volume della spesa per le risorse (medici e infermieri) con un indice stabile pari al 1,4% e con ritmo costante ogni anno, rispetto al dato di riferimento del 2004 già piuttosto magro, e questa drammatica emorragia è continuata costante fino al 2019, quando l’allora ministro Grillo ha dato il via allo sblocco parziale del “tetto”. Infatti nel primo governo Conte il Viceministro all’Economia Massimo Garavaglia aveva annunciato nuove misure (marzo2019). Come si dice: meglio tardi che mai. Beh! Qualcuno dovrebbe porre delle domande precise e antipatiche ai ministri della salute che si sono succeduti negli ultimi tempi! Non credo a risposte precise e illuminanti.

E ancora. Perché tanti morti in Italia? Uno studio internazionale dei giorni scorsi che porta la firma anche di Giovanni Landoni, professore associato presso l’Università San Raffaele di Milano, a capo dell’attività di ricerca in Anestesia e Rianimazione, revisore di alcune prestigiose riviste internazionali dell’ambito, ha cercato di formulare una risposta convincente. Anticipando che molte cause sono di fatto sconosciute, lo studio ha formulato alcune ipotesi. A confronto della popolazione dell’estremo oriente, come è noto, l’Italia ha una popolazione molto più anziana, a parte il Giappone. Inoltre sono state messe in luce la carenza della gestione tecnica e politica dell’infezione, la carenza di strutture adeguate e l’inadeguatezza dell’attività sul territorio. CVD, ovvero come volevasi dimostrare.

Allora amici vicini e lontani, non fatevi incantare dalle cattive insinuazioni dei nostri ottimi rappresentanti, né da coloro che sembrano sapere quasi tutto e sono sempre pronti per tutte le stagioni. L’apertura dei mesi estivi non ha comportato un aumento del contagio come si evidenzia dai famosi “dati certi” della prima metà di settembre. Invece, chi non ha provveduto alle evidenti necessità per la riapertura delle scuole? Chi ha ignorato i necessari programmi per i trasporti pubblici? Chi non ha preparato né il territorio né la struttura ospedaliera alle necessità autunnali, peraltro previste da molti? E nell’attualità, chi non ha pensato ad approvvigionare un numero adeguato di vaccini antiinfluenzali?

Le incertezze caratteriali e la balbuzie istituzionale non sono giustificazioni sufficienti per questa incredibile e acerba capacità organizzativa. I cittadini hanno osservato con quieta disponibilità le ordinanze che via via sono state emesse da Giuseppe Conte, Pontifex Maximus. Ma cosa dobbiamo realmente intendere? Alla fine, dobbiamo davvero credere di “aver sbagliato bar?” La domanda era ancora nell’aria quando ho letto sull’ottimo giornale “Il Foglio” del 5 dicembre un pezzo di Giuliano Ferrara (che ho sempre ammirato) dal titolo: “Elogio della sottomissione” contro i titani della libertà. “I sadici ci infliggono la chiacchiera eroica …”. Ecco perché sono avvilito e afflitto. Temo proprio di aver sbagliato bar.

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