Perquisizioni Gdf all’impianto di Borsano, Brumana: «Grave problema politico»

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LEGNANO – Prime reazioni e commenti dopo blitz della Guardia di Finanza, su delega della Procura di Busto Arsizio, all’impianto di Borsano, dove ha proceduto all’acquisizione di documentazione sociale utile a ricostruire, a detta di Neutalia, «alcuni rapporti di fornitura sorti nella precedente gestione dell’impianto, nell’ambito di un procedimento che, allo stato, risulta iscritto contro ignoti»: è la precisazione fornita oggi, martedì 6 dicembre, dall’azienda (nella foto).

Neutalia: «Sotto la lente forniture di Accam»

In un primo tempo nel mirino della magistratura sembravano finite alcune assunzioni e le procedure del passaggio di consegne da Accam alla newco Neutalia. In ogni caso, l’inchiesta in corso apre un nuovo scenario tutt’altro che rassicurante intorno all’inceneritore di Borsano. Contro Accam e Neutalia pendono due denunce penali che ipotizzano come reato la violazione delle prescrizioni ambientali e delle misure di sicurezza anti incendio: altri aspetti su cui è chiamata a fare luce la magistratura, che si aggiungono all’esposto alla Corte dei Conti presentato quattro anni fa dai Cinque Stelle in merito a presunte irregolarità dei bilanci dal 2014 al 2017.

Il consigliere civico: «Via chi ha firmato il patto di segretezza»

La questione, però, non è solo giudiziaria. «Ora – sottolinea il consigliere comunale legnanese Franco Brumana, da sempre molto critico sul salvataggio di Accam, come sugli investimenti per 100 milioni annunciati da Neutalia – si pone un problema  politico, che a mio avviso è grave e deve essere risolto senza alcun indugio. Amga, Agesp e Cap Holding avevano sottoscritto un memorandum che li impegnava alla segretezza e a concordare le risposte in caso di indagini della magistratura. Chi ha firmato quel patto scellerato o ha concorso alla sua stipulazione deve lasciare i vertici delle tre società e di Neutalia».

«Memorandum scellerato»

«Il memorandum – ricorda Brumana – arriva al punto di prevedere la massima reticenza possibile anche a fronte di richieste dell’autorità giudiziaria o delle autorità di vigilanza. In questi casi, la società a cui viene richiesta l’informazione deve preventivamente concordare con le altre società tempi e contenuti di tale rivelazione, comunque limitata al minimo possibile e addirittura negata ove ciò non osti con la legge». Un accordo che non ha fondamento giuridico, ovvero è illegale, e tanto più grave perché riguarda un servizio pubblico. «Appare quindi logico – incalza il consigliere – chiedersi che cosa si voglia tenere nascosto».

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