Neutalia, piano 2047: investimenti per 100 milioni. Da inceneritore a “fabbrica verde”

BUSTO ARSIZIO – Un piano industriale da oltre 100 milioni di euro per trasformare Neutalia in un «polo di eccellenza per il trattamento dei rifiuti e l’economia circolare». Definisce così «la proposta» di strategia 2022-2047 Michele Falcone, presidente della società che ha “ereditato” da Accam la gestione dell’inceneritore di Borsano. «Ora la presenteremo con un roadshow per ascoltare tutti gli stakeholder . annuncia il presidente di Neutalia – con la stessa modalità di partecipazione del dibattito pubblico, anche se la legge la prevede solo per opere da oltre 300 milioni di euro di investimenti».

I numeri

Dopo aver già avviato, e in parte realizzato, «24 milioni di euro di investimenti» sul termovalorizzatore ex Accam, ecco che la «strategia industriale 2022-2047» mette in campo numeri e prospettive ambiziose. Con «al centro il termovalorizzatore», spiega Falcone, che diventerà «una fabbrica verde che andrà a valorizzare solo la parte finale del rifiuto che non riusciremo a recuperare per trasformarla in energia e calore». Anche per sfatare il mito che «l’inceneritore limita la raccolta differenziata»: il piano Neutalia intende fare uno sforzo in più di quello richiesto da Regione Lombardia, l’83% entro il 2027, puntando a raggiungere la soglia dell’84% di differenziazione dei rifiuti sul territorio di competenza, anche grazie alla tariffa puntuale, che Legnano ha già introdotto e su cui Busto sta lavorando.

I nuovi impianti

Come? A “monte” con due nuovi impianti, quello per il trattamento degli ingombranti e delle plastiche rigide e quello per il trattamento meccanico del secco indifferenziato, che sorgeranno all’interno del complesso ex Accam e selezioneranno meglio il rifiuto da mandare “in fossa” (a bruciare), che così «non sarà più l’indifferenziato “tal quale” ma combustibile solido secondario», recuperando nel contempo “materia prima seconda” da riciclare. A “valle” invece, con il collegamento alle reti di teleriscaldamento di Agesp e Amga, aumenterà il recupero energetico, assicurando calore all’equivalente di 30mila famiglie con il Teleriscaldamento, ma anche con il recupero delle scorie e dei prodotti sodici residui, che non verranno più mandati a smaltimento, con una riduzione della CO2 prodotta nel ciclo.

Meno impatto ambientale

Il termovalorizzatore rimane dunque «essenziale», come ribadisce Michele Falcone. Per il «riciclo e recupero energetico, per estrarre la massima materia dai rifiuti e riportarla nel ciclo produttivo per evitare lo smaltimento in discarica». Ma, assicura il presidente di Neutalia, «non aumenterà la capacità di smaltimento, bensì cambierà il mix e sarà più efficiente». La revisione del mix servirà a garantire «un maggiore focus sui rifiuti “territoriali”» come spiega l’amministratore delegato di Neutalia Stefano Migliorini. Meno 10% di “spazzatura” extra regionale e nuove «sinergie per la gestione dello scarto, dai depuratori alle scorie dell’impianto dell’umido di Legnano». Grazie alla nuova strategia, Neutalia è pronta a garantire migliori performance ambientali: 11 punti percentuali in più di recupero di materia e 6 punti in più di volumi autogestiti, 7 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno di recupero di energia e 19 kiloton all’anno in meno di emissioni di anidride carbonica.

Chi paga

Il tutto con un piano industriale che “cuba” «tra i 90 e i 100 milioni», come spiega il presidente di Neutalia. «Di cui 88 da realizzare entro il 2027». Sarà finanziato in parte con la crescita di ricavi e margini prevista, in parte accedendo ai fondi di Cassa Depositi e Prestiti, BEI e ai finanziamenti delle banche, e infine per 7 milioni a testa, spalmati, da parte dei soci. Ma Falcone confida anche nei «finanziamenti europei, perché il piano ne ha tutte le caratteristiche tassonomiche» Il tutto «per non gravare sulle tasche delle famiglie» che pagano la Tari. Ai 100 milioni si aggiungono poi i 16 milioni di euro del progetto per collegare il termovalorizzatore alle due reti di teleriscaldamento di Legnano (circa 250 utenze, tra condomini ed uffici pubblici) e Busto Arsizio (187 utenze), che potrebbe ottenere «un 70-75% di copertura grazie ai fondi del PNRR», come sottolinea Migliorini, «ma che realizzeremo indipendentemente dall’esito del bando». Il piano avrà anche un «effetto positivo» sull’occupazione.

I Comuni: Busto e Legnano

Il sindaco di Legnano Lorenzo Radice parla apertamente di «passo storico» e di «momento di svolta importante», che trasforma «quello che era un problema in una grande opportunità per realizzare una visione che abbiamo chiesto di mettere a terra» grazie all’«equilibrio trovato» tra la politica e la “tecnica”. Per Busto c’è l’assessore al bilancio Maurizio Artusa mette in fila le «parole chiave: futuro, ascolto, territorio, energia», annunciando «un upgrade e una svolta per un inceneritore che per più di 50 anni ha creato lustro alla comunità» con un «piano di condivisione che farà delle scelte. Che devono guardare il territorio, il futuro, l’economia circolare e la transizione energetica».

I soci: Cap, Amga e Agesp

I soci di Neutalia sono orgogliosi del lavoro fatto. Il presidente di Cap Holding Alessandro Russo parla di un «progetto che non ha eguali in tutta Italia e che farà discutere», ma che «non sarà calato dall’alto. Nasce oggi con un’idea e finirà con un piano diverso, molto condiviso se ciascuno degli attori darà il suo contributo per migliorarlo». Il consigliere di amministrazione di Amga Valerio Menaldi è convinto che il piano Neutalia sarà «un esempio nazionale di economia circolare, tutto gestito dal pubblico, in house» in una logica di «integrazione, di filiera, di management, con altri operatori e con le reti di teleriscaldamento», mentre solo «alcuni anni fa Accam era fuori dal sistema in house e chiedeva ai soci assistenza finanziaria». E l‘amministratore unico di Agesp Spa Francesco Iadonisi parla di un’«operazione che vogliamo portare avanti con grande determinazione» che porterà ad una «svolta verso l’economia circolare, anche grazie al collegamento alla rete di teleriscaldamento per un cambio di alimentazione da fonte fossile a rinnovabile».

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