L’inaugurazione della piazza di Busto con i Savoia ora è un caso nazionale

inaugurazione busto savoia

BUSTO ARSIZIO – Non è più una questione locale. Tutti ne parlano: a Busto, ma anche Varese. Perfino alcuni media nazionali hanno dato ampio spazio all’inaugurazione della nuova piazza dedicata a Vittorio Emanuele II, che vedrà quali ospiti e sul palco dei relatori istituzionali anche il principe Emanuele Filiberto e il gruppo Savoia. Articoli sulla questione sono stati pubblicati su Repubblica.it e su Il Fatto Quotidiano.

Oltre i confini della città

Quando l’assessore al Marketing Paola Magugliani in passato ha affermato di voler far conoscere Busto anche oltre i confini cittadini, forse non intendeva esattamente quanto sta accadendo in questi giorni. Già, perché che sabato 17 alle ore 11.30 i bustocchi potranno finalmente godere di un rinnovato spazio urbano rimasto per anni un cantiere immobile, ora lo sanno anche ben oltre i confini cittadini. E mentre Repubblica dedica spazio solo alla cronaca più recente e alle dichiarazioni del consiglieri comunale del Pd Massimo Brugnone, che parla di «insulto agli ebrei bustocchi», il Fatto invece ricostruisce l’intera vicenda: dall’annuncio dell’arrivo del principe, fatto proprio dall’assessore Magugliani qualche mese fa, fino alla data scelta per l’inaugurazione e che coincide con l’entrata in vigore delle leggi razziali.

Bagarre sui social

Intanto a pochi giorni dall’inaugurazione il dibattito in città è davvero acceso tra chi prende le distanze dalla scelta di coinvolgere i Savoia all’inaugurazione e chi non trova nulla di male sulla presenza del rappresentante della real casa e dei nostalgici della monarchia. I quali, occorre dire, nei giorni scorsi, hanno anche diffuso un invito su carta intestata del gruppo Savoia a partecipare a un evento istituzionale.

La piazza più calda in questo momento non quella dedicata a Vittorio Emanuele II, finita (quasi, poiché mancano ancora alcuni dettagli) e inaugurata con qualche mese d’anticipo rispetto alla data di fine lavori, bensì quella virtuale dei social. E in questa molti esponenti del Pd cittadino e provinciale hanno affidato la loro contrarietà. Come Paolo Bertocchi, ex consigliere provinciale, il quale scrive che «Emanuele Filiberto non è solo un personaggio pubblico, un cantante, un ballerino o un discusso opinionista. E’ l’ultimo orgoglioso (bontà sua) discendente della casa Savoia. Invitarlo sabato a Busto Arsizio ad inaugurare una piazza proprio nell’ottantesimo anniversario della firma di Vittorio Emanuele III sulle leggi razziali è un errore clamoroso. Busto è medaglia di bronzo della resistenza e chi la guida deve essere all’altezza di questa responsabilità».

Sindaco Antonelli vs Partito democratico

La lettera di scuse e spiegazioni scritta da Paola Magugliani ha per qualche ora abbassato i toni della polemica. Che però è di nuovo divampata con la risposta secca del sindaco Antonelli al segretario reggente del Pd bustocco Paolo Pedotti. Quest’ultimo ha chiesto al primo cittadino di prendere le distanze dal fatto storico, che coincide con la data scelta dell’inaugurazione. «Il segretario di un partito morto non mi deve suggerire cosa dire in occasione dell’inaugurazione», ha dichiarato il sindaco.

Parole che hanno scatenato anche la reazione del presidente del consiglio di Busto Valerio Mariani, che conclude il suo posto con un W la Repubblica e di Alessandro Alfieri, senatore Pd e segretario regionale del partito: «Le parole del sindaco contro il segretario del Partito democratico di Busto sono sbagliate e fuori luogo. Così come è stata sbagliata la decisione di invitare l’erede di Casa Savoia nella città medaglia di bronzo della resistenza».

 

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