Piero Galparoli: «Forza Italia rialza la testa». E guarda oltre il centrodestra

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VARESE – Forza Italia rialza la testa. E riparte senza guardare i sondaggi che ancora oggi la danno ben lontana dai picchi percentuali, che fino a un anno fa, per quanto già in crisi a livello nazionale, continuavano a premiare il partito di Berlusconi in provincia di Varese. E traccia un rotta: «Apertura ai civici (quelli che già ci sono e, semmai ci saranno, quelli che si manifesteranno ndr)», ma anche dialogo aperto con Italia Viva, Azione e +Europa, realtà che parlano al nostro elettorato e che come noi hanno un dna politico liberale». Per andare dove? «Nel centrodestra, ma non più appiattiti su Lega e Fratelli d’Italia».

A mettere carne sul fuoco, ora che la brace della passione in casa degli azzurri è tornata a ravvivarsi, è Piero Galparoli, responsabile provinciale degli Enti locali, che un po’ “gioca” a nascondere le reali intenzioni di Forza Italia e un po’ le mette in piazza con l’ambizione (piccola rispetto al passato, ma enorme in base alla situazione contingente) di riacquistare ai tavoli «pari dignità politica con i nostri alleati anche sulle scelte dei futuri candidati». Altrimenti? «Vediamo».

Piero Galparoli, solo qualche giorno fa ha dichiarato che Forza Italia non ha più intenzione di rimanere ai margini della coalizione di centrodestra. Insomma il partito dopo un anno di smarrimento ha rialzato la testa? 
«Direi di sì. Abbiamo rialzato la testa, ma non la cresta. Lunedì (27 luglio) con il commissario Giacomo Caliendo, il vice Giuseppe Taldone e altri forzisti abbiamo avuto una serie di incontri. E dato seguito, in molti casi, a un dialogo che anche quando tutti ci davano per morti non abbiamo mai interrotto».

Insomma, non una semplice direttivo di partito, pare di capire.
«Esatto. Il direttivo è arrivato solo alla fine ed è servito per fare un po’ la sintesi e fissare una serie di paletti».

Quali? 
«Il primo è quello di ritrovare la nostra identità. Liberale. E il secondo è marcare le differenze da Lega e Fratelli d’Italia».

Che detta così, e con i venti che tirano, suona come un mettere in discussione la storica alleanza di centrodestra. E’ così? 
«No. Ma è un dato di fatto che, per tanti motivi, ci siamo un po’ appiattiti su Lega e Fratelli d’Italia. Ma credo che in un’alleanza che funzioni sia lecito chiedere e corretto avere pari dignità politica».

Però dialogate anche con partiti che non sono contemplati nell’alveo del centrodestra. Quindi? 
«Quindi parliamo con tutte quelle forze politiche che si rivolgono al nostro medesimo elettorato, ovvero Italia Viva, Azione e +Europa. Ma non solo. Anche con i civici c’è un confronto. Con Marco Magrini e con Gian Franco Bottini, due punti di riferimento importanti in Provincia per molti sindaci il primo, nel sud della provincia e sul territorio il secondo».

L’asse civico però sembra studiato ad hoc per le prossime elezioni provinciali. Che saranno di secondo livello e, dicono i ben informati, potrebbero regalare qualche sorpresa. E’ così? 
«In questi primi due anni i nostri consiglieri Marco Riganti e Simone Longhini, insieme a Mattia Premazzi di Noi con l’Italia e a Marco Magrini dei civici hanno fatto un grande lavoro senza ricevere un soldo come invece accadeva quando c’era una giunta. Trovo quindi naturale rafforzare un gruppo che non è nato “a freddo”, ma ha trovato condivisione e unità d’intenti lavorando insieme».

Uno schema che potrebbe riproporsi anche in altre occasione visto quanto successo…
«A Luino e Origgio (Galparoli anticipa la fine della domanda ndr). Però non sconfiniamo nella fantapolitica. Gli strappi non sono stati voluti da Forza Italia e ci hanno amareggiato. Tanto più che abbiamo fatto di tutto per tenere unito il centrodestra. Anche una serie di passi indietro. Sia a Luino, sia a Origgio. Ma non è bastato».

Però tra Varese, Busto e Gallarate siete pronti a chiedere un candidato. Conferma? 
«Sì. A oggi c’è un candidato schierato a Busto da Fratelli d’Italia e la Lega che, oltre a Cassani a Gallarate, vorrebbe un suo uomo anche a Varese. Dove per altro stiamo ancora aspettando che esprima un nome. Se poi aggiungiamo che a Saranno c’è il leghista Fagioli viene fuori una situazione sbilanciata a nostro sfavore da riequilibrare. Tanto più che i nomi non ci mancano né a Varese, né a Gallarate e neppure a Busto».

Non semplice, anche perché dovete fare i conti con una serie di addii al partito. Come pensate di affrontare questo tema, non di secondaria importanza, in una campagna elettorale già aperta e che si prolungherà fino alle comunali del 2021? 
«Qualcuno è andato, ma altri sono ritornati. Penso a Nicola Mucci ad esempio. Ma non è questo il punto. Ci sono stati militanti che hanno fatto scelto di non iscriversi più o manifestato critiche all’interno del partito. Ma ci sono forzisti della prima ora che sono rimasti, che continuo a reputare una risorsa importante e da valorizzare come Marco Riganti. Personalmente continuo a considerare tutti interlocutori con i quali dialogare».

Non può però fare finta di non sapere che, dentro e fuori Forza Italia, ci sia chi lavora a un progetto civico con il quale in qualche modo vi dovrete pure misurare. 
«O dialogare».

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