Pro Patria nella bora di Trieste, Teramo nella bufera

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BUSTO ARSIZIO – Bora a Trieste, bufera a Teramo. Domenica si tornerà finalmente a parlare di calcio, con i tigrotti di Prina ospiti al “Nereo Rocco” di Trieste (nella foto una storica trasferta bustocca del maggio ’98) per la 16esima giornata del girone d’andata, ma la settimana vissuta in casa Pro Patria è stata tutta fuorché propedeutica ad una squadra in lotta per la salvezza e come tale bisognosa di certezze e tranquillità.
In più, come se non bastasse ad una situazione già mediaticamente esposta e ad un passato turbolento che pesa come un macigno generando diffidenza, le parole del presidente di Lega Pro Francesco  Ghirelli hanno avuto un ulteriore impatto, se è vero che a corto raggio sul Teramo calcio si è abbattuta un’autentica bufera, con l’arresto dei fratelli Ciaccia e il sequestro delle quote societarie (60%) da loro detenute. Senza legare ovviamente le due situazioni citate da Ghirelli, che nel caso della Pro aveva probabilmente mal interpretato la notizia dell’arresto di Roberto Galloro, abbiamo comunque voluto capire e approfondire cosa è realmente accaduto a Teramo, riportando alcuni stralci dell’articolo-inchiesta del giornale nazionale  Il Tempo.

Il Tempo

I fratelli Davide e Mario Ciaccia, con i crediti percepiti indebitamente dai superbonus, hanno comprato alberghi, immobili e addirittura una squadra di calcio. «Teramo è una casella dove andare a mettere il superbonus e la scuola di calcio è un pezzo del progetto… non è il centro del progetto la squadra di calcio. Il centro del progetto è e rimane il superbonus». I rampanti imprenditori romani hanno fatto affari usando, con «artifizi e raggiri», le misure varate dal Governo nel 2020 con il «Decreto Rilancio» allo scopo di immettere liquidità nel mercato e incentivare l’attività d’impresa durante la pandemia da Covid-19. Da ieri (giovedì) i fratelli Ciaccia sono in stato di fermo su ordine della Procura di Roma: sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebite compensazioni, trasferimento fraudolento di valori, intestazione fittizia e autoriciclaggio.

Finti cantieri e lavori

Insieme a loro sono indagate altre 21 persone, tra cui un notaio, che si prestava a redigere atti pubblici per il conseguimento delle attività illecite, due commercialisti, un architetto, un ingegnere, un operatore finanziario e una lunga lista di prestanome. «La falsità complessiva delle situazioni poste a base delle procedure di ecobonus» emerge dagli accertamenti eseguiti sui cantieri, «dove non è stata rinvenuta alcuna corrispondenza rispetto ai dati ufficiali e spesso, addirittura, nessun accantieramento e nessuna opera». Anche quando alcune opere sono state effettivamente realizzate per tranquillizzare i residenti degli stabili condominiali interessati, «le stesse sono sovrafatturate a fronte di lavori dolosamente eseguiti in modo scadente e inadeguato (alla romanella)».

Il business del calcio

I fratelli Ciaccia hanno sempre avuto la passione per il pallone. Anni fa erano i proprietari della Cisco di Roma, mentre lo scorso gennaio hanno fatto sapere di aver deciso di presentare un progetto insieme a Roma Nuoto per la riqualificazione dello stadio Flaminio. Il 12 ottobre scorso Davide Ciaccia telefona alla moglie per darle una lieta novella: «Abbiamo comprato il Teramo! Ho chiamato Gabriele (gli inquirenti ritengono si tratti di Gabriele Gravina, presidente della Figc, ndr) perché avevo detto che semmai fossi rientrato nel professionismo comunque prima gli sarei andato a chiedere una pseudo autorizzazione… tutto sommato ha risposto subito e c’ho appuntamento mercoledì a via Allegri (sede della Federazione italiana giuoco calcio, ndr) alle 10. Cioè, Lotito (estraneo ai fatti, ndr) può avere tre squadre e noi non le potremo avere, non ho capito… cioè il calcio è un’attività come le altre, se fatta con intelligenza». L’intelligenza di cui parla Ciaccia consiste, presumibilmente, nell’usare indebitamente i crediti fiscali riconosciuti fino al 110% per lavori di efficientamento energetico e antisismico di immobili privati o gestiti da onlus, ma in realtà mai eseguiti. «Noi rimettiamo a posto tutto col Superbonus… cioè io voglio presentare un’operazione da 20 milioni di euro», spiega Davide Ciaccia a proposito del vecchio stadio di Teramo.

Oltre alla squadra abruzzese (che gioca in serie C), a Davide Ciaccia «è direttamente riconducibile» anche l’associazione sportiva dilettantistica di calcio Atletico Terme di Fiuggi. «Voglio fare 3, 4 squadre, voglio prendere il Cesena, voglio fare il coso… le squadre come un albergo, capito? – spiega al fratello l’8 ottobre scorso – Però sarebbe un’operazione a zero (…) costa 1,5 milioni la squadra… ha 1,5 milioni di debiti, quindi paghi zero». I debiti erariali del Teramo, infatti, «nel programma dell’indagato, saranno appianati senza alcun apporto di finanza, ma – si legge nel decreto di sequestro – mediante compensazione con parte dei crediti maturati dalle pratiche di superbonus».

Testa difende i nuovi padroni della Pro e attacca gli imprenditori bustocchi

Pro Patria Trieste Teramo -MALPENSA 24