Provincia, Antonelli al centrosinistra: «Chiedete scusa per il buco che non c’era»

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VARESE – Passa con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione delle opposizioni e la rabbia (che non tracima, ma non viene nascosta) del presidente Antonelli il Piano di rimodulazione. Ovvero in parole semplici il documento che certifica l’uscita dal pre dissesto dell’ente Provincia. Risultato per il quale il centrodestra esprime tutta la propria soddisfazione. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Con il presidente della Provincia che prende male l’astensione del centrosinistra e rivolgendosi ai consiglieri di minoranza dice: «Credo che a questo punto dovreste chiedere scusa. Non tanto a me e ai miei consiglieri che abbiamo raggiunto il risultato dimostrando che il buco da voi denunciato non c’era. Quanto ai sindaci del territorio, perché con la scelta del pre dissesto avete messo in pesante difficoltà la Provincia e i Comuni».

In attesa della Corte dei conti

Manca ancor un ultimo “sigillo” sui conti di nuovo in ordine della Provincia. Si tratta di quello più importante, che dovrebbe sancire l’ufficialità dell’uscita dalla situazione di pre dissesto. E’ l’ok della Corte dei conti. Ma intanto a Villa Recalcati prosegue l’iter amministrativo e questa sera, lunedì 30 novembre, è stato portato e approvato in consiglio il piano di rimodulazione. A riassumere l’intera vicenda è stato il  consigliere con delega al Bilancio Marco Riganti. Intervento di sintesi su quanto era già stato illustrato nella conferenza di una settimana fa. «Il disavanzo di fatto era un questione tecnico contabile. A questo punto è inequivocabile. Insomma nella sostanza – ha spiegato Riganti – il buco non c’era, ovvero non si sono mai spesi più soldi di quelli che si potevano spendere» Intervento supportato da una rapida relazione tecnica della dirigente Rosella Barneschi, che ha spiegato come sia potuto avvenire un rientro così rapido dal disavanzo di 51 milioni di euro. «Piano delle alienazioni, maggiori trasferimenti dello Stato, evoluzione positiva delle entrate dell’Ipt, ma anche una sensibili riduzione delle spese oltre alla rinegoziazione dei mutui».

Vittoria di tutti

Il primo intervento è quello del consigliere di Italia Viva Giuseppe Licata, il quale esprime anche la sua soddisfazione per il risultato, rende merito al lavoro fatto dall’amministrazione Antonelli, ma puntualizza: «il risanamento è iniziato con l’amministrazione Vincenzi, non dimentichiamolo. E l’uscita dal pre dissesto è un successo di tutti, anche dei Comuni, oltre che dalla Provincia. Un successo raggiunto tutti insieme». Sul quale però ha annunciato il voto di astensione «per via del livore politico espresso da questa maggioranza su un tema delicato come quello del debito della Provincia». Confermato anche da Carmelo Lauricella, che ha smentito «quanto in questi giorni ha sostenuto qualche esponente di centrodestra. Non è stata una mossa politica quella del disavanzo, tanto che oggi anche noi siamo contenti della situazione finanziaria dell’ente».

L’astensione e la rabbia

Antonelli arriva armato fino ai denti: nel senso che con sé ha anche gli articoli di stampa pubblicati nei giorni in cui l’amministrazione Vincenzi denunciò il disavanzo di oltre 50 milioni di euro. Non usa il bazooka, ma il presidente non risparmia cartucce. Soprattutto nel momento in cui i dem annunciano il voto di astensione: «Ma come – ha dichiarato in sostanza Antonelli rivolgendosi ai consiglieri di minoranza – esprimete soddisfazione per il risultato raggiunto e poi non votate il piano. Dopo aver messo in grande difficoltà la Provincia per le scelte da voi fatte. Anzi mi sarei aspettato delle scuse da parte vostra. Ma non a me o ai miei consiglieri, bensì ai sindaci che non hanno potuto essere aiutati. Noi invece, oltre ad aver sistemato i conti, abbiamo assunto 3 dirigenti e speso per il territorio 30 milioni di euro».

I sassolini della Lega

I consiglieri del Carroccio sono intervenuti a più riprese in difesa del presidente e commissario Dario Galli e della sua amministrazione. Lo hanno fatto Marinella Colombo, Alberto Barcaro e il vicepresidente Alessandro Fagioli. Ma l’intervento più articolato è quello del capogruppo Corrado Canziani: «Il punto che ci troviamo oggi a discutere è la circostanza per cui nonostante le importanti opere realizzate nel corso dell’ultimo biennio la situazione finanziaria si è rivelata estremamente migliorata a tal punto che è possibile proporre la cessazione dello stato di dissesto. Ma è realmente possibile recuperare 51 milioni di Euro in due anni? Evidentemente no. Questo risultato è il frutto di una volontà politica che ha trovato riscontro in un analisi amministrativa che ha portato ad una rappresentazione corretta del bilancio provinciale. La stessa volontà politica che aveva portato alle genesi del supposto dissesto provinciale. Com’era possibile l’esistenza di un tal disavanzo se non vi erano fornitori o personale da pagare, se non erano stati contratti mutui, se non vi erano istituti di credito richiedenti rate arretrate. Il nostro movimento si è esposto sin da subito dichiarando che sarebbero stati tolti gli scheletri dagli armadi. Bene è stato necessario un po’ di tempo perché il danno causato all’ente è stato enorme ma si è arrivati al dunque».

La Casa dei sindaci

Canziani ha poi concluso: «Il dato politico è evidentemente che il PD, pur di sottolineare strumentalmente colpe inesistenti dei precedenti amministratori (Lega Nord e l’onorevole Dario Galli in primis), ha mandato in pre-dissesto l’Ente, paralizzandolo nell’interesse di una narrazione di parte e non dei cittadini che dovrebbe rappresentare. Per queste decisioni politiche prese in una direzione che non era obbligata ci sono conseguenze personali (lesive di immagine per le persone coinvolte), amministrative (ente paralizzato in operatività) e giudiziarie (persone a processo) per questa presa di posizione che ancora oggi sono in essere e si spera possano essere risolte a breve. La difesa di queste posizioni è stata costante da parte del nostro movimento e ora inizia a intravedersene la ragione. E’ chiaro come espresso anche oggi come il messaggio che deve giungere ai sindaci è che sotto questa amministrazione la Provincia si è rivelata la vera Casa dei Comuni perché ha salvaguardato i propri conti e ha speso in opere quanto più possibile a beneficio del territorio».

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