Polemica sulle pulizie a Samarate: «Solo 35 minuti da dedicare al Comune»

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SAMARATE – Aumentano le superfici da pulire, ma diminuiscono le ore per farlo. E di conseguenza, il salario. E’ caos nel servizio pulizie del Comune di Samarate: le lavoratrici, per protestare rispetto ai dettagli del nuovo appalto, si sono riunite oggi in presidio di fronte al municipio di via Veneto, un po’ il simbolo della loro situazione lavorativa a partire da oggi. Il 30 per cento delle ore di lavoro in meno, che significa, ad esempio, 35 minuti per pulire l’edificio del Comune.

Più aree da pulire, meno ore

Come negli anni precedenti, parte da oggi il servizio di pulizia affidato tramite appalto annuale alla società Com Service di Tirano, in provincia di Sondrio. Nel passaggio di società, le tre lavoratrici in forza al Comune di Samarate da anni, hanno visto cambiare la loro situazione: «Le aree da pulire sono aumentate: dagli attuali 3mila e 88 metri quadri si è passati a 3463 – spiega Eugenio Busellato (Cub Varese) -. Con la riorganizzazione degli edifici comunali infatti, come lo spostamento di servizi sociali e polizia locale, ci sono più superfici che rientrano nel servizio». A cui vanno aggiunte, da settembre, le quattro palestre (via Acquedotto, via Borsi, via De Amicis e via Papini), che, per garantire il normale svolgimento delle attività, bisogna pulire al mattino presto o alla sera, dopo le 22. Il problema nasce «dalla diminuzione delle ore – continua Busellato – il 30 per cento in meno: dalle attuali 38 e mezzo settimanali alle 24, da dividere in tre». Con la conseguente diminuzione del salario per Bruna Schiavone, Maura Ferro e Santina Macrì, che lavorano da dieci, sedici e diciassette anni per il Comune: «Al netto delle tasse guadagneremo pochissimo – raccontano – senza parlare della difficoltà per gli spostamenti da una parte all’altra, dato che non guidiamo, e gli orari per la pulizia della palestra». Una situazione che preoccupa: «Cosa facciamo in 35 minuti nel Comune? Al massimo svuotiamo i cestini».

Il sindaco: «Farò mediazione»

Compromettendo la qualità del loro servizio, il rischio di richiamo è dietro l’angolo: «Le lavoratrici sono assunte a tempo indeterminato, ma dopo due richiami rischiano il licenziamento. Proprio per questo abbiamo inviato una lettera al sindaco» conclude Busellato. Ed Enrico Puricelli, insieme al vicesindaco Nicoletta Alampi, era presente questa mattina al presidio, e come ribadito già nel primo incontro fra lavoratrici e azienda, ha ribadito la propria volontà di «mediare per arrivare ad una soluzione equilibrata». Un compromesso, appunto: «L’azienda ci ha messo a disposizione una macchina pulitrice, per aiutare il nostro lavoro con la tecnologia – concludono le tre lavoratrici. Ma quello che chiediamo è di tornare al vecchio orario per poter fare bene il nostro lavoro».

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