Quando il re è nudo

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Gian Franco Bottini

Sappiamo perfettamente che a qualcuno le fiabe non piacciono un granchè. Peccato, a noi piacciono molto perché contengono  sempre delle verità e alla fine, per chi la vuole vedere, forniscono   sempre una morale assolutamente attuale. Tranquillizziamo comunque tutti; questa volta non ci saranno principi e principesse,  nani o ballerine, sorellastre o cacciatori. Questa volta ci sarà solo un Re e la cosa non dovrebbe infastidire nessuno in particolare …ma forse molti in generale.

Si usa spesso l’espressione “il re è nudo”( in tutte quelle circostanze nelle quali uno si disvela per quello che realmente è)  e il riferimento è ad una fiaba nella quale un Re, molto vanitoso, passava il suo tempo ad  agghindarsi e pavoneggiarsi davanti agli specchi . Approfittando di questa sua  debolezza due furbacchioni, guarda caso provenienti da fuori città, gli avevano proposto la costosissima fornitura di stoffe  favolose che avevano il magico potere di essere invisibili a chi non era all’altezza del  proprio ruolo o  mestiere. I due imbroglioni, intascati i quattrini,  si erano messi al telaio fingendo di tessere  le favolose  stoffe e i maggiorenti, inviati dal Re per controllare l’operato, erano andati subito in difficoltà perché  non  vedendo alcuna  stoffa  sortire  dal telaio temevano che, chiedendo conto di ciò, sarebbero stati  tacciati di  incapacità ed  inadeguatezza ai ruoli da loro ricoperti.

Si trattava di personaggi importanti : Ministri,Cardinali, Granciambellani, Consiglieri del re e persino Sindaci e Assessori (sono strane queste ultime dizioni ma così recita la fiaba!). Essi, mentendo, avevano riferito della bellezza delle stoffe al loro Re e questi, curiosissimo, si era recato a sua volta a controllare l’operato  ma  anche lui, non vedendo  ovviamente  la stoffa,  aveva subito un forte contraccolpo alla sua prosopopea  temendo  di essere  scoperto, pure lui, non  all’altezza del suo ruolo. Aveva così  pensato che fosse meglio abbozzare,  tacere e congratularsi con i due compari per il loro operato. Era venuto poi il giorno della grande sfilata e i due lestofanti avevano fatto “indossare” al Re un meraviglioso vestito, ovviamente  inesistente perché  confezionato con le stoffe che mai erano state  tessute.

Il Re era silenziosamente perplesso ma i due  compari, seguiti da tutti i “lecchini” di corte , lo avevano rinfrancato  complimentandosi  per la sua opulenza ed eleganza. Anche il popolo, che assisteva alla sfilata, inneggiava all’eleganza del monarca, in maniera  persino esagerata, ognuno preoccupato di nascondere al vicino la sua perplessità e il suo timore  di  inadeguatezza.

Tutto era continuato in questo equivoco generale fino a che un bambino, esternando tutta la sua innocenza, aveva gridato rivolto al genitore: ”Ma il Re è nudo!”  E la gente, finalmente liberata :”E’ vero,  è proprio nudo!” Il  Re aveva oramai capito l’imbroglio subito , ma si era ancor di  più orgogliosamente  eretto e aveva continuato la sua sfilata perché, malgrado il disguido, lui restava il Re. E la gente, comunque ossequiente, lo aveva seguito, sorreggendo in silenzio la coda di un mantello che non c’era.

Se volessimo attualizzare questa fiaba la prima osservazione è che di veri Re (quelli che tali nascevano e tali morivano, indipendentemente da quanto potesse succedere nel loro regno)  oggi non ne esistono quasi  più (resiste solo qualche principe ballerino e “taglianastri”!). Di contro però di  “presunti  monarchi”, che  cercano di regnare su piccoli o grandi regni, è piena la storia di questi ultimi anni e tutti loro hanno una  parabola di vita che  si può sicuramente sovrapporre  alla nostra fiaba. Ognuno di questi “monarchi” parte da qualche innegabile qualità personale che alimenta una sua forte e giustificata autostima, ma che  inevitabilmente richiama sulla sua strada dei compari furbacchioni   pronti a blandirlo, ossequiarlo e soprattutto a strumentalizzarlo; nel frattempo intorno a lui si sviluppa un esercito di cortigiani, che pur di  assecondare il “monarca” ed ottenere benefici dalla sua benevolenza sono pronti  a non vederne i  difetti,  che nel  frattempo  crescono a dismisura  insieme alla sua vanità ed arroganza.

Quando l’apice del successo è raggiunto il “monarca” perde i freni inibitori e crede nella sua onnipotenza, iniziando così una serie di  scivoloni  che lo riportano, più o meno velocemente, al ”piano terreno”. A quel punto  i compari furbacchioni spariscono, i cortigiani cominciano a vedere ciò che prima non vedevano  e a guardarsi  l’un l’altro  per capire chi  farà le prime mosse, fin che arriverà  il metaforico innocente bambino ad annunciare al mondo  che  “Il re è nudo!” .

Il finale attualizzato della fiaba è però diverso rispetto a quello narrato da Andersen. Il  popolo prima ossequiente, a volte “sbavante”, non segue più il “monarca”, anzi  lo sbeffeggia per la sua  scoperta nudità e  la frase più gentile che il poveretto   è destinato a sentirsi rivolgere sarà un  irridente :”Guarda come ce l’ha piccolo!”.

N.B.- L’elenco dei “re nudi”, passati e futuri, è a carico dei lettori.

Re nudo bottini – MALPENSA24