
Sappiamo perfettamente che a qualcuno le fiabe non piacciono un granchè. Peccato, a noi piacciono molto perché contengono sempre delle verità e alla fine, per chi la vuole vedere, forniscono sempre una morale assolutamente attuale. Tranquillizziamo comunque tutti; questa volta non ci saranno principi e principesse, nani o ballerine, sorellastre o cacciatori. Questa volta ci sarà solo un Re e la cosa non dovrebbe infastidire nessuno in particolare …ma forse molti in generale.
Si usa spesso l’espressione “il re è nudo”( in tutte quelle circostanze nelle quali uno si disvela per quello che realmente è) e il riferimento è ad una fiaba nella quale un Re, molto vanitoso, passava il suo tempo ad agghindarsi e pavoneggiarsi davanti agli specchi . Approfittando di questa sua debolezza due furbacchioni, guarda caso provenienti da fuori città, gli avevano proposto la costosissima fornitura di stoffe favolose che avevano il magico potere di essere invisibili a chi non era all’altezza del proprio ruolo o mestiere. I due imbroglioni, intascati i quattrini, si erano messi al telaio fingendo di tessere le favolose stoffe e i maggiorenti, inviati dal Re per controllare l’operato, erano andati subito in difficoltà perché non vedendo alcuna stoffa sortire dal telaio temevano che, chiedendo conto di ciò, sarebbero stati tacciati di incapacità ed inadeguatezza ai ruoli da loro ricoperti.
Si trattava di personaggi importanti : Ministri,Cardinali, Granciambellani, Consiglieri del re e persino Sindaci e Assessori (sono strane queste ultime dizioni ma così recita la fiaba!). Essi, mentendo, avevano riferito della bellezza delle stoffe al loro Re e questi, curiosissimo, si era recato a sua volta a controllare l’operato ma anche lui, non vedendo ovviamente la stoffa, aveva subito un forte contraccolpo alla sua prosopopea temendo di essere scoperto, pure lui, non all’altezza del suo ruolo. Aveva così pensato che fosse meglio abbozzare, tacere e congratularsi con i due compari per il loro operato. Era venuto poi il giorno della grande sfilata e i due lestofanti avevano fatto “indossare” al Re un meraviglioso vestito, ovviamente inesistente perché confezionato con le stoffe che mai erano state tessute.
Il Re era silenziosamente perplesso ma i due compari, seguiti da tutti i “lecchini” di corte , lo avevano rinfrancato complimentandosi per la sua opulenza ed eleganza. Anche il popolo, che assisteva alla sfilata, inneggiava all’eleganza del monarca, in maniera persino esagerata, ognuno preoccupato di nascondere al vicino la sua perplessità e il suo timore di inadeguatezza.
Tutto era continuato in questo equivoco generale fino a che un bambino, esternando tutta la sua innocenza, aveva gridato rivolto al genitore: ”Ma il Re è nudo!” E la gente, finalmente liberata :”E’ vero, è proprio nudo!” Il Re aveva oramai capito l’imbroglio subito , ma si era ancor di più orgogliosamente eretto e aveva continuato la sua sfilata perché, malgrado il disguido, lui restava il Re. E la gente, comunque ossequiente, lo aveva seguito, sorreggendo in silenzio la coda di un mantello che non c’era.
Se volessimo attualizzare questa fiaba la prima osservazione è che di veri Re (quelli che tali nascevano e tali morivano, indipendentemente da quanto potesse succedere nel loro regno) oggi non ne esistono quasi più (resiste solo qualche principe ballerino e “taglianastri”!). Di contro però di “presunti monarchi”, che cercano di regnare su piccoli o grandi regni, è piena la storia di questi ultimi anni e tutti loro hanno una parabola di vita che si può sicuramente sovrapporre alla nostra fiaba. Ognuno di questi “monarchi” parte da qualche innegabile qualità personale che alimenta una sua forte e giustificata autostima, ma che inevitabilmente richiama sulla sua strada dei compari furbacchioni pronti a blandirlo, ossequiarlo e soprattutto a strumentalizzarlo; nel frattempo intorno a lui si sviluppa un esercito di cortigiani, che pur di assecondare il “monarca” ed ottenere benefici dalla sua benevolenza sono pronti a non vederne i difetti, che nel frattempo crescono a dismisura insieme alla sua vanità ed arroganza.
Quando l’apice del successo è raggiunto il “monarca” perde i freni inibitori e crede nella sua onnipotenza, iniziando così una serie di scivoloni che lo riportano, più o meno velocemente, al ”piano terreno”. A quel punto i compari furbacchioni spariscono, i cortigiani cominciano a vedere ciò che prima non vedevano e a guardarsi l’un l’altro per capire chi farà le prime mosse, fin che arriverà il metaforico innocente bambino ad annunciare al mondo che “Il re è nudo!” .
Il finale attualizzato della fiaba è però diverso rispetto a quello narrato da Andersen. Il popolo prima ossequiente, a volte “sbavante”, non segue più il “monarca”, anzi lo sbeffeggia per la sua scoperta nudità e la frase più gentile che il poveretto è destinato a sentirsi rivolgere sarà un irridente :”Guarda come ce l’ha piccolo!”.
N.B.- L’elenco dei “re nudi”, passati e futuri, è a carico dei lettori.
Re nudo bottini – MALPENSA24