Questione giovanile, quando è la politica che strumentalizza

cardano sindaco babygang

La domanda è: può una petizione firmata da 177 genitori preoccupati per il dilagare della violenza minorile essere considerata una strumentalizzazione politica? A Cardano al Campo è possibile. Perlomeno, è possibile per il sindaco Maurizio Colombo che, a seguito della missiva che denuncia il diffondersi delle cosiddette baby gang e chiede interventi pubblici per arginare il fenomeno, rispedisce al mittente le considerazioni e le perorazioni dei genitori di cui sopra. Lasciando tutti senza parole. Colombo si è espresso in scia alla sua maggioranza, sostenuta da Lega e Fratelli d’Italia, che, in consiglio comunale, aveva già respinto la petizione. Motivo? Innanzitutto, con certi allarmismi si scredita l’immagine del territorio. In seconda analisi, il Comune di Cardano fa molto sul versante educativo, pleonastico pretendere altro. Visti i risultati (maleducazione, bullismo, microdelinquenza, vandalismi, intimidazioni imperanti) evidentemente non fa abbastanza.

A quanto risulta, Cardano non è il paese del Mulino bianco, né quello delle fiabe. È uguale a tutti gli altri del circondario, della provincia, della Lombardia e della nazione, dove la questione giovanile è preponderante e, appunto, allarmante. Anche il solo minimizzarla non aiuta a risolverla. A maggior ragione se la si minimizza per l’immagine (!), per il tentativo di promuovere l’azione amministrativa in merito, quindi, per un obiettivo politico. Non si può nascondere il problema con la propaganda. Il Comune, molti Comuni, hanno nei loro programmi interventi a favore delle giovani generazioni. Così come Cardano al Campo. Ma le difficoltà per trovare soluzioni richiedono uno sforzo che va ben al di là del perimetro comunale. Chiamano in causa l’intero sistema educativo, vecchi e nuovi disvalori, i condizionamenti dei social, la scuola, la famiglia, le autorità giudiziarie e di polizia e, finalmente, le amministrazioni civiche. Insomma, richiedono il contributo di tutti i settori della società. Non bisogna essere esperti della materia per rendersene conto, benché il ruolo degli esperti sia in questo caso ineludibile. Ne ha dato conto il recente incontro convocato dal Prefetto Salvatore Pasquariello a Gallarate con i sindaci della zona a tema: come arginare le baby gang.

Né si può liquidare il problema come una questione d’immagine municipale. Se 177 genitori sono pronti a firmare una petizione che sottolinea situazioni di pericolo per i loro figli, un sindaco e la sua giunta hanno il dovere di dare loro ascolto, e se impossibilitati a dare risposte aprano il dialogo, contribuiscano non solo amministrativamente ad affrontare quanto viene loro sottoposto. Tutto il resto sono soltanto chiacchiere o, peggio, fumisterie. Che nella fattispecie, vista la sostanza dei ragionamenti a discolpa dell’esecutivo civico, e vista la mancanza di notizie rispetto a presunte azioni scorrette di qualcuno,, diventano una vera strumentalizzazione politica. A danno dei giovani e dei loro genitori.

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