Quirinale, il primo a votare è Umberto Bossi: «Draghi? Può uscire alla fine»

Umberto Bossi a Montecitorio in un selfie del senatore Paolo Arrigoni

ROMA – È stato Umberto Bossi il primo grande elettore a votare per la Presidenza della Repubblica, nella seduta comune delle Camere che alle 15 di oggi ha dato il via alla “maratona” per l’elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Assente da mesi da Palazzo Madama, il senatore originario di Cassano Magnago, non ha escluso che possa essere Mario Draghi a spuntarla: «Può uscire alla fine».

In sedia a rotelle

Il Senatur, in sedia a rotelle, è stato accompagnato nella cabina montata nell’aula di Montecitorio. È alla sua sesta partecipazione alle elezioni per la Presidenza della Repubblica, dalla prima volta nel 1992 quando fu scelto Oscar Luigi Scalfaro, con la Lega che espresse la propria preferenza per l’ideologo Gianfranco Miglio. Nel 2006, alla prima elezione di Giorgio Napolitano al Quirinale, Umberto Bossi risultò il più votato al secondo scrutinio, con 38 preferenze, e il secondo più votato al quarto, decisivo, scrutinio, con 42 preferenze contro le 543 di Napolitano. Nei giorni scorsi Matteo Salvini, leader della Lega, era stato a trovarlo nella sua casa di Gemonio.

Le parole del Senatur

In Transatlantico, Bossi ha risposto a qualche domanda dei giornalisti presenti. «Alla fine si troverà un nome condiviso, il nome giusto non è ancora venuto fuori» le parole del Senatur, presidente della Lega. «La situazione deve essere risolta e dato che deve essere risolta la risolveranno». Bossi nelle scorse settimane aveva pronosticato la possibile elezione di Pierferdinando Casini, già suo alleato ai tempi della Casa delle Libertà. Stavolta, ad una domanda sull’opzione Mario Draghi, Bossi non ha escluso la possibilità che sia l’attuale premier il successore di Mattarella: «Draghi è un nome che può uscire alla fine». Sul ritiro della candidatura di Silvio Berlusconi invece il Senatur ha commentato: «Berlusconi è un uomo coraggioso, ma la dote che gli manca è la pazienza».

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