Rapimento e omicidio Mazzotti 47 anni dopo: indagato presunto “ideatore”

MILANO – È quello del boss Giuseppe Morabito, 78 enne della provincia di Varese, uno dei quattro indagati nel fascicolo riaperto dalla Procura di Milano per il sequestro e l’omicidio di Cristina Mazzotti, 18 enne sequestrata 47 anni fa, che ebbe il triste primato di essere la prima donna a finire nelle mani dell’Anonima sequestri nel Nord Italia. Il fascicolo della terza indagine sulla vicenda che sconvolse l’Italia, per cui la Dda di Milano ha depositato nelle scorse ore la chiusura, racconta Morabito quale presunto ideatore del rapimento. Oltre a Morabito, i destinatari dell’avviso di chiusura dell’indagine sono Demetrio Latella, Giuseppe Calabrò e Antonio Talia, pure loro vicini alla ‘ndrangheta, mentre è stata stralciata la posizione di Antonio Romeo.

L’odissea della giovane vittima

Cristina Mazzotti era la figlia di un grosso imprenditore della provincia di Como, fu sequestrata mentre era in auto con due amici. I sequestratori tagliarono la strada alla macchina dei giovani, costringendoli a frenare, li narcotizzarono, e lei venne incappucciata a portata via inerme. Meno di un mese più tardi il suo cadavere fu trovato in una discarica nel novarese.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, la ragazza fu lasciata per settimane in una buca nella quale non poteva neppure muoversi, sedata perché non piangesse. Fu uccisa nonostante il pagamento del riscatto, ottenuto con una lettera che la ragazza fu costretta a scrivere, e che fu consegnato ai rapitori quando Cristina era già morta. Le prime condanne per il sequestro hanno portato alla riapertura del caso, perché venga finalmente individuato il mandante e la “mente”.

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