Rappresentanti di quartiere, caso politico a Busto. Le minoranze chiedono chiarezza

BUSTO ARSIZIO – I rappresentanti di quartiere diventano un caso politico a Busto. «Chi sono e come sono stati scelti?» chiede Cinzia Berutti, consigliera PD, invocando una seduta di commissione per discutere sull’argomento, dopo che sono stati citati da Luca Folegani (Fratelli d’Italia) in una risposta alle sue osservazioni sul progetto di riqualificazione di via Guido d’Arezzo al Redentore. Richiesta a cui si sono accodati tutti i consiglieri di minoranza.

Il “busillis”

In realtà non risultano esserci dei veri e propri rappresentanti formalizzati, se non nelle intenzioni (e nel programma elettorale) della maggioranza. Ma il “caso” nasce dalla risposta che il presidente della commissione lavori pubblici Luca Folegani (FdI) ha messo nero su bianco alla consigliera Berutti, scrivendo che «si comunica di aver valutato “con i rappresentanti del quartiere” le osservazioni che avevo posto e di aver confermato la positività dell’intervento originario».

La richiesta di convocazione

Ecco perché la consigliera Dem chiede al presidente Simone Orsi la convocazione della commissione bilancio-affari generali per «conoscere chi siano i rappresentanti di ciascun quartiere della città, come siano stati indicati/scelti dagli abitanti dei quartieri e come svolgano la loro attività di “collegamento” tra amministrazione e abitanti del proprio quartiere». Allargando la discussione anche all’«individuazione di forme di partecipazione dei quartieri».

Una commissione sull’ex Borri

Un’altra richiesta di convocazione, in questo caso della commissione territorio, riguarda il tema della rigenerazione e dei “progetti Pinqua“, quelli per la riqualificazione dell’ex Borri e delle altre incompiute del centro finanziati con 15 milioni di euro dallo Stato. La hanno depositata i gruppi PD, Popolo Riforme e Libertà, Progetto in Comune e BaC, per «conoscere i tempi e le procedure con le quali verranno affrontati i problemi emersi in conseguenza del sopralluogo della Soprintendenza, ma più in generale di evidenziare quali modifiche progettuali potranno essere opportune, quale sarà il cronoprogramma della progettazione esecutiva e delle procedure attuative delle opere, per assicurarsi non solo che siano rispettati i tempi ma che sia garantito un risultato di qualità».

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