Busto, Albani rinuncia all’assessorato, rimpasto di giunta in mezzo al guado

alessandro albani busto lega

BUSTO ARSIZIO – Punto e a capo. O meglio, come diceva Gino Bartali: “L’è tutto da rifare“. Da ieri, venerdì 9 agosto, in tarda serata, quando Alessandro Albani, designato in qualità di assessore all’Urbanistica, ha annunciato il suo passo indietro: non entrerà in giunta e non farà l’assessore, come stabilito dall’accordo raggiunto.

E’ sempre più caos

Gli effetti della rigidità di un sindaco che pesta i piedi, picchia i pugni e tira schiaffoni ai partiti che lo sostengono, sono devastanti su un rimpasto che assomiglia sempre più a un pasticcio. E la rinuncia di Albani, seppur arrivata con qualche giorno di ritardo e dopo che la Lega ha accettato i diktat di Antonelli “per il bene della città“, lo dimostrano. Già perché proprio quando il puzzle era stato sistemato, con grande fatica e con un Carroccio che ha di fatto alzato il piede dall’ acceleratore pur di chiudere la partita, l’intero quadro è andato in frantumi.

Che Alessandro Albani avesse delle perplessità sul prendere l’Urbanistica, materia complessa, tecnica e che nulla ha a che fare con le sue competenze personali, lo si sapeva. Egli stesso l’aveva detto. Tanto che la Lega, individuato (in Albani) l’uomo da da mettere in giunta (che resta una prerogativa del partito), aveva elaborato una controproposta più equilibrata e con un rimpastino di deleghe interne al Carroccio, che avrebbe portato a dare le giuste competenze a chi le avrebbe potute anche sostenere. Ma ha ricevuto picche dal primo cittadino. Il quale ha rifiutato la proposta, ha detto in soldoni che avrebbe dato l’Urbanistica ad Albani punto e basta e ha smentito il metodo dello scambio di deleghe tra assessori dello stesso partito. Applicato invece per Forza Italia. Insomma Antonelli ha tirato fino ad arrivare al punto di rottura. Che in questo caso è la rinuncia di Albani.

Perché Albani ha rinunciato

La proposta della Lega, il mio partito, di ricoprire la carica di assessore, votata da tutto il direttivo, mi ha fatto molto piacere. Mi sono subito messo a disposizione del partito e della città, senza avanzare richieste di assessorati, ma dicendo che delle materie assegnate alla Lega, molte erano vicine alle mie corde e mi avrebbero dato modo di esprimere le mie potenzialità, ma non l’Urbanistica. Che è una materia molto tecnica, strategica per lo sviluppo della città e lontana dalla mie competenze.

Ho anche aggiunto che se avessi accettato avrei dato tutto me stesso per portare avanti l’incarico. Non è certo il timore di dovermi mettermi in gioco a pesare sulla mia scelta, ma il fatto che stiamo parlando di una materia che non si impara dalla sera alla mattina, mentre la città, in quel ruolo ha necessità più pressanti e immediate. Queste valutazioni sono state accolte dalla Lega, che ha subito lavorato per una diversa distribuzione di deleghe, che per vari motivi, rispetto ai quali non ho alcuna voglia di entrare nel merito, è stata disattesa dal sindaco.

Amo la mia città e miei concittadini e non sono a caccia né di “poltroncine”, né di “stipendietti” e quindi per rispetto e dopo attente riflessioni ho deciso di rifiutare l’incarico prestigioso che mi è stato offerto. Ringrazio la Lega per la fiducia che ha dato e per l’impegno del partito a raggiungere una soluzione più adeguata al rimpasto di giunta in corso. Da parte mia resto in consiglio comunale e continuerà a lavorare per il bene di Busto, come ho sempre fatto e credo anche dimostrato in questi anni da consigliere.

L’Urbanistica torna orfana

E ora? Certamente la Lega dovrà trovare un nuovo nome da spendere. E pur vero che la rinuncia di Albani ha mandato a carte e quarantotto gli equilibri e forse anche i nervi di chi sta lavorando per chiudere questo rimpasto, che più passano i giorni è più assomiglia alle sabbia mobile, dove insieme a ogni decisione presa e poi affossata, lentamente e inesorabilmente sta affondando anche la dignità di un centrodestra, sindaco compreso, incapace di chiudere la partita.

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