Laura Rogora commissario di Forza Italia a Busto, ma il partito arranca

Laura Rogora

BUSTO ARSIZIO – Generale senza truppe. E’ un po’ questa la condizione dei nuovi commissari cittadini di Forza Italia. E Laura Rogora, che da ieri (giovedì 21 settembre) ha preso in mano le redini del partito (o meglio di quel che resta) non fa eccezione. Quella del presidente del consiglio comunale a capo dei forzisti bustocchi è stata definita una “scelta partita dal basso” perché il suo nome è stato accettato all’unanimità del direttivo, ma forse anche per via del fatto che al momento i tesserati cittadini sono una ventina. Forse il punto più basso della storia locale del movimento fondato da Silvio Berlusconi e comunque ancora molto lontano dall’obiettivo fissato dal provinciale: un tesserato ogni mille abitanti.

Quante Forza Italia?

Ma nonostante la compagine azzurra oggi non susciti più l’interesse di un tempo, il partito vive in città una strana condizione. Ovvero la sensazione, diffusa anche tra gli stessi forzisti, è che a Busto ci siano due Forza Italia. Una, ridotta ai minimi termini, è quella dei tesserati; l’altra quella degli ex forzisti riuniti sotto diverse sigle civiche (ci fosse ancora il Silvio sarebbero correnti) che potrebbe avere numeri maggiori, ma che non conta una cippa poiché “senza tessera”. Una dicotomia che ha tenuto Forza Italia Busto in sospeso sulla scelta del suo leader cittadino per qualche mese. In politica però conta chi ha i numeri e più ancora chi ha la tessera.

Il dopo Talla noto da tempo

In città Forza Italia è infatti senza una guida ufficiale dai primi di maggio quando Orazio Tallarida, forzista di ferro, ha rassegnato le dimissioni per collaborare con l’europarlamentare Lara Comi. E che il dopo Tallarida sarebbe stata Laura Rogora in molti lo davano per scontato già da tempo. Il “Talla”, infatti, nel deserto forzista non solo si è distinto per fedeltà e assidua presenza, ma non ha mai nascosto che le sue “braccia” politiche sono sempre stati Laura Rogora e Federico Radici. Insomma, una “ridotta forzista” che nessuno fino questo punto ha saputo o voluto insidiare.

Appena fuori dal fortino azzurro bustocco, però, i malumori ci sono ma non incidono. Con il risultato che quanto accaduto a Busto con la nomina della Rogora a commissario è simile a ciò che è successo a Varese con l’investitura di Mimmo Esposito (i suoi 700 e rotti voti un tempo erano piuma, oggi pesano come piombo). Ovvero: il provinciale accende il fuoco con la legna che ha tra le mani. Con il rischio che oggi Forza Italia in provincia di Varese conti tanto quanto sono i voti presi da Zappamiglio alle regionali: 2.700 preferenze o poco più.

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