Romano Prodi a Caidate: «Nel mondo domina un grande desiderio di autorità»

Romano Prodi Caidate Cina

SUMIRAGO – «Dappertutto nel mondo c’è un grande desiderio di autorità, la Cina simbolizza un fenomeno diffuso». Lo ha detto Romano Prodi, ospite oggi 26 ottobre della famiglia Belgiojoso per l’appuntamento annuale al castello di Caidate. Chiamato a relazionare sulla crescita della Cina, l’ex premier ha affrontato nella sua analisi la crisi della democrazia liberale e la debolezza politica dell’Europa.

L’incontro di Caidate

I Belgiojoso lo hanno battezzato come l’“Incontro di Caidate”, una tradizione che si rinnova da ventotto anni riunendo all’interno dello splendido castello visconteo della frazione sumiraghese il meglio della Milano culturale, politica, economica e finanziaria. Tra le trecentocinquanta persone arrivate oggi su invito della nobile famiglia milanese che di Caidate ha fatto la sua seconda casa c’erano l’arcivescovo Mario Delpini, Rosita Missoni e naturalmente Sergio Romano nel consueto ruolo di moderatore. L’evento si caratterizza a ogni edizione per una conferenza in cui vengono discussi temi di attualità attraverso le riflessioni di esperti del settore. Negli anni passati si è parlato di Europa, energia nucleare, bioetica e molto altro ancora, chiamando al tavolo dei relatori personalità del calibro di Renato Dulbecco, Tommaso Padoa Schioppa, Enrico Letta, Gianfranco Ravasi, Mario Monti, Cesare Romiti, Federico Zeri, Ferruccio De Bortoli, Alberto Ronchey, Enrico Cuccia e l’allora cardinale Carlo Maria Martini. Stavolta al centro della discussione c’era la Cina, con l’ex premier come relatore.

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Pechino è l’opposto di Palermo

Secondo Prodi, Pechino è l’opposto di Palermo. «E’ questa la sintesi della Cina: a Palermo tutto doveva cambiare affinché tutto rimanesse fermo, a Pechino oggi  tutto deve rimanere fermo affinché tutto possa cambiare».  La sua crescita appare inarrestabile, l’egemonia militare nel Pacifico viene accompagnata dalla crescita economica e dallo sviluppo tecnologico: «Per capacità di trasformazione da scienza a prodotto è seconda solo alla Corea».

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I rischi della Cina

La Cina, ha sottolineato Prodi, «cresce di una Russia all’anno». Ma non è detto che la sua avanzata sia inarrestabile: «E’ un corpo rigido, dunque rischioso perché si può spaccare. Tre sono i fattori di rischio oggi: la bolla edilizia, i problemi bancari dovuti a una struttura finanziaria ancora complicata e i debiti delle province che pesano sui bilanci dello Stato».

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La crisi dell’Europa

Negli ultimi 70 anni l’assetto mondiale è stato prima bipolare, poi unipolare, mentre oggi si assiste a una nuova fase: «La rinascita delle potenze umiliate hanno creato un mondo pluriplurale non ancora definito e con enormi problemi di fronte». In Cina, ha sottolineato l’ex presidente del consiglio, c’è un forte desiderio di autorità, ma è il simbolo di un cambiamento che sta avvenendo un po’ovunque. «Dopo anni di espansione, nel mondo di oggi, la democrazia liberale rimane fortemente limitata nel mondo». E’un sistema, ha spiegato Prodi, che altrove fanno fatica a capire: «Mi dicono: state lì a votare continuamente, i politici da voi pensano solo alle elezioni successive e mai a piani di sviluppo di lungo periodo». In queste condizioni, il futuro di un’Europa disunita non è roseo secondo Prodi: «L’Europa è la numero uno per esportazioni, ma ancora per poco. Riusciamo con estrema lentezza a provare ad avere una voce in capitolo in questo mondo globale. Potremmo essere arbitro tra Mediterraneo e Medio Oriente, ma purtroppo non lo diventeremo mai».

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