Samarate, ancora niente comunità per il “Nano”. Puricelli: «Serve l’ok di Ats»

Una casa presa di mira. Nel cerchio rosso, D.S. mentre cerca di fuggire

SAMARATE – I tentativi di furto non si fermano, l’esasperazione di Samarate cresce. E la domanda fra i residenti circola: non doveva essere accolto in una struttura protetta? Il riferimento va a D.S., noto autore di numerosi furti che si è auto-definito il “Nano” in uno dei molteplici arresti in flagranza di reato. La data di svolta doveva essere l’8 maggio, momento in cui il 30enne sarebbe finalmente entrato in una comunità di recupero per iniziare un percorso di riabilitazione. Ma così non è stato: «Stiamo ancora aspettando l’ok da parte di Ats Insubria», dice il sindaco Enrico Puricelli.

In attesa di Ats

Era stato il primo cittadino ad annunciare l’imminente ingresso di D.S. in una struttura, per rispondere all’evidente – e in crescita – disagio dei cittadini. In molti hanno infatti preso posizione e hanno chiesto un intervento anche da parte delle istituzioni locali, per quanto possibile. Ora però l’ennesimo tentativo di furto (fallito), avvenuto nei giorni scorsi nella stessa abitazione presa di mira qualche settimana fa, ha allarmato i residenti. Quanto serve per chiedere chiarimenti in merito a una situazione che non sembra migliorare.
«Il ragazzo – ricorda Puricelli – era andato a vedere la comunità, gli era piaciuta e aveva deciso di farsi aiutare». Il problema è che «stiamo aspettando che Ats Varese dia il via libera: deve arrivare una delibera che certifichi l’impegno di spesa per il trasferimento».

«Vuole salvarsi»

Un intoppo nelle procedure, dunque: «Da ieri stiamo contattando Ats e ho già sollecitato perché le pratiche vengano sbrigate al più presto», aggiunge il primo cittadino. Anche perché «il ragazzo ha bisogno di un ricovero urgente: non solo per il bene di Samarate, anche per il suo. Vuole salvarsi». Confermando che si tratta di una persona che non merita il carcere. Pochi giorni fa infatti ricordava che «necessita come altri di strutture detentive dove possa espiare le sue colpe, ma anche essere riabilitato. Sarebbe un vantaggio per tutti».

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