Omicidio Samarate, prime perizie: al vaglio i cellulari di assassino e vittime

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SAMARATE – Strage di via Torino: perizia informatica sui cellulari. La procura di Busto Arsizio ha affidato nelle scorse ore l’incarico peritale: al vaglio ci sono tutti i cellulari di famiglia. Quelli delle vittime ma soprattutto lo smartphone di Alessandro Maja, 58 anni, marito e padre assassino, che nella notte tra il 3 e il 4 maggio, nella casa di via Torino a Samarate ha ucciso a martellate la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, e la figlia Giulia, 16 anni, ferendo in modo gravissimo anche il primogenito Nicolò, 23 anni.

Cellulari al vaglio

Si cercano messaggi che possano avere rilevanza investigativa per ricostruire la genesi della mattanza. La famiglia Maja era all’apparenza perfetta. Una bella casa, una bella vita, persone tranquille che i vicini non avevano mai sentito litigare. In sede di interrogatorio davanti al Gip Piera Bossi Maja ha detto di essere ossessionato da problemi economici, dal non riuscire più, un giorno, a garantire alla famiglia lo stesso tenore di vita.

La perizia psichiatrica

Problemi economici che, almeno dai primi accertamenti, non sarebbero emersi. La perizia più attesa, in realtà, è quella relativa alle condizioni psichiche del 58enne al momento della strage. Dovrà stabilire se Maja è capace di intendere e di volere e di stare in giudizio oppure no. E’ la strada imboccata dai difensori Enrico Milani e Sabrina Lamera viste le condizioni in cui Maja è stato trovato e la necessità di un ricovero in Psichiatria dopo l’arresto.

Il pensiero a Nicolò

«L’attenzione dei famigliari in questo momento è concentrata su Nicolò – spiega il legale della famiglia Pivetta Stefano Bettinelli – Le sue condizioni sono stabili. Fortunatamente non c’è stata un’involuzione ma i tempi di ripresa, hanno spiegato i medici, saranno lunghi».

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