Strage di Samarate, la famiglia: «Maja non ci ha rivolto nemmeno uno sguardo»

SAMARATE – «Avevo tante cose da dirgli. Non ho potuto farlo». Così Giulio Pivetta, padre di Stefania e nonno di Giulia e Nicolò Maja, le prime due uccise, il terzo ferito gravemente e unico sopravvissuto alla strage di Samarate avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 maggio. Una mattanza compiuta dal capofamiglia Alessandro Maja, oggi, venerdì 13 gennaio, presente in aula davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio dove è imputato per omicidio e lesioni gravissime.

Uno shock rivederlo

Il suocero non gli ha mai staccato gli occhi di dosso; l’imputato al contrario è apparso del tutto assente, rallentato nei movimenti. Non ha mai rivolto gli occhi verso il suocero e il cognato. «Vederlo oggi in aula è stato strano. Non ci ha rivolto nemmeno uno sguardo – ha detto Mirko Pivetta, fratello di Stefania e zio di Giulia e Nicolò – Adesso vogliamo solo sapere il perché. Una cosa del genere è impossibile anche solo da immaginare. Vogliamo sapere perché».

Tutelare Nicolò

Assente oggi Nicolò Maja. «Voleva venire – ha aggiunto lo zio – Ma abbiamo preferito preservarlo. Prima o poi vedrà suo padre; sarà chiamato a testimoniare. Ma ci saranno tempi e modi per questo incontro. Stiamo cercando di tutelarlo il più possibile».

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