Sanremo, voto alle donne e quote LGBT

bottini sanremo voto donne

di Gian Franco Bottini

Nei primi giorni di febbraio l’importante anniversario della concessione del voto alle donne è stato abbondantemente oscurato dal concomitante Festival di Sanremo. Disinteressati un po’ tutti i media, ma in particolare “mamma Rai”, ”infolarmata” h24 nel celebrare le performance canterine! Nulla di male, se un po’ di leggerezza può essere servita per una breve evasione dalla tristezza di questo covid, come confermato dalle milionate di telespettatori. Anche le tante “telesignore”, quotidianamente impegnate nei vari canali nazionali, e sempre pronte a piantar grane, pare non abbiano fatto molto caso alla coincidenza.

La concessione del diritto al voto ha rappresentato nel nostro Paese, un’ottantina di anni fa, l’abbrivio di un percorso di emancipazione femminile che, almeno all’inizio, non è stato certo facile ma che al momento, a nostro parere, può essere considerato finalmente in discesa, soprattutto se, nella “mentalità collettiva”, la cosa cesserà di venir considerata un problema da risolvere anzichè semplicemente un percorso da completare. Certo che la “mentalità collettiva”è un composto in continuo movimento, sensibile alle diverse culture e anche alle diverse mode; che l’Italia è lunga e varia e che pretendere di raggiungere un sentire comune non è mai poca cosa.

bottini sanremo voto donne
Gian Franco Bottini

Sul tema della così detta “parità” restano ancora questioni aperte ma in una democrazia come la nostra che, malgrado l’opinione dei no-vax, bene o male si può considerare solida, le soluzioni potranno sicuramente arrivare. Il segreto sarà nella pazienza, richiesta da un sistema che tende facilmente ad incartarsi, ma soprattutto nell’evitare di metterla sul solito piano di una cruenta lotta di genere. Purtroppo c’è chi, sul tema, ci ha “campato” per decenni e il vederlo considerato a livello di un democratico e pacato confronto dialettico sarebbe un po’ come sfilare l’osso dalla bocca del Bobi di famiglia. A noi pare che l’obbiettivo da raggiungere sia quello di poter parlare in ogni circostanza di “Persone”, con uguali diritti e doveri al di là di qualsiasi diversità.

In questo senso (e sappiamo di avere un largo dissenso) l’introduzione a suo tempo delle “quote rosa”, sottolineando la diversità di genere, non è servita molto alla causa, stimolando la sospettosa reazione dei “maschi” e intralciando così l’obbiettivo finale delle “femmine”: come dire, fu “stimolante” per Lui e “ritardante” per Lei. Ma questa è storia e oggi bisogna puntare al valore intrinseco delle Persone senza considerare il genere come una discriminante pregiudiziale. Per fare un esempio, e giusto per capirci, a noi non sono piaciuti alcuni passaggi dell’ultima stucchevole vicenda relativa all’elezione del Presidente della Repubblica. Ci riferiamo a quando degli ipotetici “King maker”, in piena confusione mentale e finiti in un “cul de sac”, sventolavano l’ipotesi di un Presidente-donna quasi il genere fosse una “concessione” alla democrazia o addirittura un plus determinante, ignorando qualsiasi giustificazione valoriale sull’adeguatezza delle loro proposte.

Ci è sembrato quanto di più offensivo si potesse fare, per la dignità delle persone stesse. Il nostro avvicinamento iniziale del tema in questione con il Festival è però andato, senza volerlo, al di là della semplice coincidenza temporale. Osservando l’eccellente spettacolo sanremese non sarà certo sfuggito quel diffuso clima di “fluidità di genere” che ha aleggiato per tutta la sua durata. Abituati ad ironizzare sulle cose, ci eravamo messi ad ’ipotizzare come diverse situazioni, nelle quali noi “demodè” siamo abituati a vedere la presenza tradizionale di maschi e di femmine, potessero svilupparsi con la presenza di terze parti “fluidificanti”.

Confessiamo di esserci sentiti un po’ sciocchi e superficiali in quel momento; un po’ meno qualche giorno dopo, di fronte a una ​notizia londinese nella quale si riferiva la richiesta, addirittura della Consob inglese(?), di considerare nelle loro “quote rosa” dei dichiarati uomini LGBT e così pure nel vecchio Messico. Gentilissime signore, abbiamo finora cercato di convincervi che “ci siamo”; che con ancora un piccolo sforzo le vostre secolari rivendicazioni sarebbero state esaudite. A quanto pare però potrebbe aprirsi per voi un altro fronte e questa volta non con il caro storico “avversario” ma con uno nuovo, un po’ più “fluidificante”. Straordinario questo mondo che ci propone sempre nuove sfide!

bottini sanremo voto donne – MALPENSA24