Serata sulla Resistenza a Busto, Rossi: “Faremo un libro sui partigiani”

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BUSTO ARSIZIO – Un libro che tiene alto il nome della città sui partigiani di Busto Arsizio, gli eroi, ex combattenti della Resistenza magari anche dimenticati. Ad annunciarlo ieri sera il senatore Gian Pietro Rossi nell’incontro “Ricordando il passato, progettiamo il futuro, insieme” organizzato dall’associazione culturale Centro Progressista a villa Tovaglieri e centrato esattamente sui temi del futuro libro, gli ex partigiani appunto, indispensabili per passare il testimone alle future generazioni con i valori di libertà, dignità, unità. Così ieri nella villa di via Volta sono risuonati nomi come monsignor Ubaldo Valentini, don Giuseppe Ravazzani, don Angelo Volontè, Padre Bentivoglio, don Enrico Castiglioni e altri preti bustocchi “Ribelli per amore”.
Il primo a prendere la parola, il senatore Rossi che, anche se ieri non lo ha ricordato, è stato uno di quelli della staffetta ciclistica che ad Arona ha rischiato la fucilazione mentre portava documenti scottanti da Busto alla villa dei Comerio sopra il lago Maggiore. Forte dei suoi 92 anni e della sua indiscutibile esperienza, lui che la Resistenza l’ha vissuta in prima persona, ha incantato il pubblico con un discorso chiaro e puntuale. Ha ricordato le “Aquile Randagie” che hanno dato manforte a molti ebrei rifugiati in Svizzera a seguito delle leggi razziali. «Si è venuta a creare così una catena umana di Aquile randagie, una staffetta partigiana che ha salvato tante vite umane», ha ricordato Rossi, indossando il cappello Scout. E si sono snocciolati altri nomi come monsignor Giovanni Galimberti e Luciano Vignati. «Non possiamo passare sotto silenzio – incalza il senatore – la cosiddetta Resistenza passiva con militari le cui schede sono state intelligentemente salvate dai parenti. Per questo si sta creando un libro su questi “resistenti” che solo a Busto se ne contano 400-500. Il libro sarà consegnato al presidente della repubblica e ai ministri».

Monsignor Ubaldo Valentini

Ieri lo hanno definito uno dei preti “Ribelli per amore”, difesi dal cardinal Schuster, che ha tenuto alti i valori di carità, ospitalità e fratellanza. «Nato nel 1908 è stato docente di lettere classiche al seminario di Venegono Inferiore – ricorda Carla Castellanza, prof – E raggiungeva la scuola in bicicletta. Ha saputo trasmettere ai suoi alunni quei valori come la libertà di coscienza, cosa non da poco sotto il regime fascista. Anche lui era uno di quelli della staffetta partigiana. Quando poi è stato ricercato dalla polizia fascista, il cardinal Schuster lo obbliga a mettersi al sicuro, ma lui disobbedisce e si rimbocca le maniche stando tra le file del raggruppamento “Alfredo di Dio”». Diffonde il giornale clandestino “Il ribelle” affinchè gli articoli di fondo aiutino le persone nella maturazione di una coscienza politica cristiana.

L’Anpi

Sul filo conduttore della serata, cioè l’unità, declamata ieri dal Centro progressista, si è innestato anche l’intervento di Liberto Losa dell’associazione dei partigiani. «Noi stessi sentiamo quest’istanza – ricalca il presidente Anpi – che è quella di lavorare insieme. Rimettere insieme i valori della Resistenza. La libertà non è mai conquistata una volta per tutte, ma è un lavoro continuo basato sulla memoria che è l’anima individuale ma anche collettiva. La memoria di quelli che sono il fascismo e la Resistenza. Una Resistenza che si è espressa in tutte le componenti sociali, preti, comunisti, socialisti, liberali, uomini d’azione. Poi non va dimenticato il ruolo formidabile delle donne nelle staffette partigiane, come Giannina Tosi, bustocca, combattente in montagna per i partigiani».
A conclusione della serata, la lettura della lettera di solidarietà alla città di Busto della senatrice Liliana Segre.

Resistenza Partigiani Busto – MALPENSA 24