La rete fognaria di Cocquo è l’ennesimo esempio di opera incompleta

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In linea con l’impegno preso nel nostro programma elettorale, che prevede rinnovati servizi al cittadino e maggiore attenzione ai quartieri e alle frazioni, abbiamo portato nell’ultimo consiglio comunale una interrogazione sulla situazione attuale dei lavori di realizzazione della fognatura a Cocquo.
Perché siamo partiti da questo quartiere? La risposta è molto semplice, qui è stato realizzato l’investimento principale degli ultimi cinque anni nel nostro comune, investimento (lo ricordiamo) finanziato e realizzato dall’ente provincia attraverso la sua impresa partecipata ALFA.
La minaccia di una procedura di infrazione comunitaria, testimonia quanto severa fosse la situazione. A causa della morfologia del terreno, l’opera ha imposto un notevole investimento, circa un milione di euro. Nonostante ciò, ad oggi, non tutti i residenti possono godere dell’opera pubblica. Come sappiamo circa il 40% degli abitanti di Coquo abita su strade private dunque non soggette all’obbligo di legge di essere serviti e di allacciarsi alla rete fognaria se non per le abitazioni che si trovano a una distanza massima dalla fogna di 100mt.
Riteniamo tuttavia che un’opera di tale portata meriti un trattamento e un utilizzo diverso. Essendo venuti a conoscenza della delusione di coloro che, dopo anni di aspettative ed oneri pagati, confidavano nella completa copertura fognaria, abbiamo deciso di chiedere all’amministrazione lo stato delle cose. Purtroppo la risposta dell’assessore competente – signor Favaron – non ci ha soddisfatti.
Sebbene i lavori siano completati da più di un anno, infatti, l’amministrazione ad oggi non ha informazioni sullo stato degli allacciamenti. Sappiamo per contatto diretto con gli abitanti che esistono difficoltà burocratiche e anche economiche che rallentano fortemente gli allacciamenti alla rete. «Crediamo che il ruolo di chi amministra sia anche quello di promuovere, aiutare, agevolare con qualsiasi mezzo i cittadini nell’adempimento degli obblighi di legge e quindi, nella fattispecie, facilitare l’allacciamento capillare soprattutto a chi ne abbia il dovere. Inoltre proprio per valorizzare al massimo l’investimento pubblico, l’amministrazione potrebbe monitorare la situazione nelle vie private ed agevolare, attraverso un’opera di mediazione, la formazione di consorzi che a costi più contenuti, consentano al maggior numero possibile di cittadini di allacciarsi all’impianto» – quanto dichiarato dai consiglieri.
Se così non dovesse essere ci troveremmo davanti all’ennesimo esempio di opera incompleta, di un enorme sforzo senza aver ottenuto un risultato soddisfacente. Speriamo che l’interrogazione e l’impegno preso dal vicesindaco Favaron possa essere il primo segnale inequivocabile della volontà del raggiungimento dell’obbiettivo finale, che per noi di Sesto 2030 è l’allacciamento completo alla fogna di tutto il quartiere.

Sesto 2030

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