Proteste per il suono delle campane a Sesto. Don Luigi: «È un servizio gradito»

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SESTO CALENDE – «Il suono delle campane è un servizio: si limita a scandire le ore nel corso della giornata e richiama la messa. Su una o due persone che si lamentano, poi, ce ne sono migliaia che invece le apprezzano». Una precisazione dovuta, quella di don Luigi Ferè. A Sesto Calende c’è chi ancora non digerisce i rintocchi che dal campanile risuonano per il centro città. E infatti è arrivata una nuova segnalazione da un cittadino, che sui social si è abbandonato ad un lungo sfogo per rimarcare «i devastanti rumori molesti», scrive. Anche se la grande maggioranza dei commenti comparsi sotto il post lasciano intendere che molte persone siano in grado di convivere con il suono delle campane. Anzi, c’è chi le gradisce.

Le lamentele

Il post pubblicato su Facebook alimenta un dibattito di certo non estraneo ai sestesi. E si aggiunge alle diverse lamentele dei residenti, che – tra movida fino a tarda notte, macchine che girano alla ricerca dei parcheggi e musica nei locali – nel periodo estivo aumentano, visto il forte richiamo turistico locale e straniero che anima Sesto. Ora si riapre la questione del suono delle campane. Il cittadino si dice «ben felice di risiedere nel centro se non fosse per la sfortuna di avere l’abitazione vicino alla chiesa». E affonda: «Ho invitato gli addetti al campanile a una maggiore educazione, o senso civico, e, comunque, a un maggior rispetto verso quei cittadini che vorrebbero riposare, che hanno anziani o malati in casa, che fanno i turni di notte, per quelle mamme che faticano ad addormentare i loro bimbi, o, più semplicemente, ad un maggior riguardo verso coloro che vorrebbero conversare in famiglia o parlare al telefono senza che il Genio Guastatori in tonaca faccia strame dei loro timpani e non solo di quelli». Non solo: «Ho invocato “suonate” più lievi, più stringate e meno invadenti, che inducano a un pensiero gentile e non alla bestemmia. Contro i preti, non contro Dio». Insomma, pochi giri di parole. «Ho anche rimarcato la conclamata inutilità di detti rumori». Il risultato? «Non è cambiato nulla». E conclude: «Devo quindi riporre in un cassetto le mie speranze di vivere civile?».

«Le campane sono un servizio»

Di tutta risposta, sono molti i cittadini che invece si sono schierati dalla parte opposta. «Per ben 12 anni ho vissuto quasi sotto il campanile. E le campane a noi – e a tutti i sestesi – hanno dato sempre felicità nel sentirle suonare», replica una cittadina. «Ho abitato per anni vicino al campanile e il suono delle campane non mi ha impedito di dormire. Così come non ha mai disturbato il sonno di mia figlia, allora piccolina. Quando mi sono trasferita il suono mi è mancato. E ancora adesso lo rimpiango», le fa eco un’altra sestese.
A mettere un punto alla questione, don Luigi Ferè, che da settembre sarà a tutti gli effetti parroco a Biandronno. Ma che già dal suo arrivo a Sesto, dieci anni fa, ha dovuto fare i conti con questo tipo di lamentele. «Le campane suonano solo di giorno, a partire dalle 7. E si limitano a scandire le ore», precisa. A questo si aggiunge il richiamo alle messe. Ma «nei giorni feriali si tratta soltanto di una suonata. La domenica è possibile ce ne sia qualcuna in più, ma sono comunque brevi, di un minuto». Non solo: «Il campanile ha anche una funzione di torre civica: molte persone ancora oggi si regolano con i rintocchi delle campane. Quindi, a fronte di uno o due cittadini che si lamentano ce ne sono migliaia che invece le apprezzano».

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