Sgombero dei Sinti di Gallarate, la verità sui costi. Intanto “salta” la cena in hotel

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GALLARATE – Quanto è costato e quanto costerà ancora lo sgombero del campo nomadi di via Lazzaretto e il trasferimento dei 69 Sinti per 30 giorni al Grand hotel di Somma Lombardo? Il sindaco Andrea Cassani parla oggi di 1,3 euro per gallaratese, il legale della controparte, Pietro Romano, qualche giorno fa, sosteneva che la cifra si aggiri complessivamente attorno ai 400mila. Secondo il Pd, potrebbe trattarsi di circa 150mila euro. La risposta ufficiale arriverà prima di Natale nel consiglio comunale richiesto dal Partito democratico e Città è Vita.

Il Pd: compiacere Salvini

Il centrosinistra richiede innanzitutto «indicazione dettagliata e quantificazione di tutte le voci di costo, presenti e future, dirette e indirette, derivanti dallo sgombero». I due gruppi di opposizione vogliono conoscere inoltre «le fonti di finanziamento dei suddetti costi» nonché «le autorizzazioni richieste e ottenute e le modalità di individuazione dei soggetti per l’erogazione dei servizi connessi all’attività di sgombero». Sulla vicenda mette il carico da novanta il consigliere regionale del Pd, Samuele Astuti, che in una nota commenta: «Il sindaco Cassani si dimostra bravo solo a scaricare i problemi sugli altri Comuni, come fa oggi con Somma Lombardo e come fece quando pagò il biglietto per Milano ad alcuni migranti, purché se ne andassero. Solo che ora il giochino costerà molto caro anche alla comunità gallaratese, perché 150mila euro sono una bella cifra che il Comune dovrà risparmiare in qualche modo. Cassani ha voluto compiacere Salvini, ma ha involontariamente mostrato un chiaro limite delle politiche del vicepremier leghista: operazioni di questo genere non si fanno con la ruspa, ma con percorsi di integrazione, con un lavoro di ricollocazione e, soprattutto, con risorse che il Governo si guarda bene di stanziare. Insomma: Salvini grida, Cassani esegue, i gallaratesi pagano».

Da stasera niente cena

A far lievitare la spesa ci sono anche i costi della cena, 20 euro per ciascun ospite in hotel, così come contenuto nel documento firmato dal dirigente comunale in cui si conferma la prenotazione alla direzione dell’albergo sommese. Un documento al centro del dibattito oggi a Mattino5 (ospiti Cassani e il collega di Somma Stefano Bellaria) su cui il sindaco Cassani fa però ora ulteriori precisazioni: «Si tratta di un documento fatto in fretta e furia dagli uffici e mandato all’albergo per confermare i costi lo scorso venerdì. Confermo che il termine del soggiorno degli ospiti, compreso di sola colazione, è il 30 dicembre e non l’8 gennaio. La cena, per un’incomprensione tra gli uffici e l’albergatore, è stata servita erroneamente per due sere di fila, ma da stasera non è più contemplata. Viene erogato soltanto per i 29 bambini e i 3 anziani un buono pasto da 7 euro da spendere dove credono. Come Comune siamo chiamati infatti a gestire le fragilità ed è quello che stiamo facendo. La direttiva Piantedosi  parla di assistenza per un periodo non determinato, che potrebbe anche essere di una settimana. Noi siamo bravi e abbiamo concesso un mese di tempo, un periodo secondo noi sufficiente per queste persone per trovare un’alternativa. Sarò ben felice di rispondere in consiglio comunale suo costi che, posso anticipare, si aggirano attorno a un euro e trenta centesimi per gallaratese, una cifra che ritengo accettabile per risolvere un problema che la nostra città si trascina dietro da quarant’anni».

Fondi per l’inclusione: impegni disattesi

Nel frattempo, Marcello Zuinisi, legale rappresentante dell’Associazione nazionale rom, rammentando l’incontro del 30 novembre scorso in prefettura a Varese, in cui si decise di contattare le Regione per avere accesso ai fondi strutturali europei per favorire l’inclusione dei sinti, lamenta in una nota che nessuno delle autorità competenti ha sinora contattato gli appositi uffici. Nella fattispecie, il primo cittadino di Gallarate, Andrea Cassani, che, secondo Zuinisi, si sarebbe assunto l’onere di agire in proposito. Scrive il rappresentante dei nomadi: “Le segreteria delle Adg dei Fondi Strutturali Europei c/o la Regione Lombardia mi hanno riferito di non aver ancora ricevuto, ad oggi, alcuna telefonata o lettera da parte del sindaco Andrea Cassani: l’impegno della massima autorità amministrativa del Comune di Gallarate, assunto davanti all’intero Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, non è stato ad oggi rispettato; con la presente sono quindi a sollecitare urgentemente il Comune di Gallarate ed il Sindaco Andrea Cassani a mantenere celermente gli impegni e le responsabilità assunte”.

 

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