Si vota per Alfa, l’acqua sommerge i partiti naufraghi nelle loro beghe interne

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VARESE – Giovedì 12 luglio un’ottantina di sindaci del Varesotto votano per rinnovare i vertici di Alfa, la nuova società per la gestione unica del ciclo dell’acqua. A prima vista dovrebbe trattarsi di ordinaria amministrazione, se non fosse che la politica ci mette sempre e comunque lo zampino. La lista unitaria, attorno alla quale hanno lavorato le segreterie, è al momento saltata: non c’è più accordo, cancellato dalle primogeniture e dalle pretese leadership dei diversi gruppi. Risultato: avanti in ordine sparso sulla base di tre liste contrapposte: centrosinistra, centro, Lega. A meno di recuperi dell’ultima ora, sempre possibili, la consultazione di giovedì sancisce (sancirebbe) la prima vera frattura dell’alleanza di centrodestra in provincia di Varese. Possibile? “Siamo tutti contro tutti” sintetizza una fonte che chiede di mantenere l’anonimato. Un “tutti contro tutti” dentro e fuori dagli stessi partiti, alla ricerca di nuove identità dopo lo tsunami elettorale.

Il centrodestra non c’è più

Alfa è il primo banco di prova per la tenuta degli equilibri locali. In autunno è in agenda il rinnovo del consiglio provinciale, un confronto di evidente sostanza che, a una manciata di mesi di distanza, è avvolto in pesanti nuvoloni che annunciano tempesta. Sulla carta, il centrodestra ha i numeri per ottenere la maggioranza di nove consiglieri più il presidente per garantire l’operatività di Villa Recalcati, spodestando di fatto la sinistra. Però, c’è un però. Lega e Forza Italia si guardano in tralice. Ai berlusconiani non va giù di dover accettare le condizioni poste dai leghisti, che ora comandano in forza della loro crescita alle urne. E allora, che cosa fa Forza Italia? Cerca di aggregare moderati, centristi e gruppi civici, per mettere sotto la Lega in Provincia (il voto è ponderale, si esprimono solo i consiglieri comunali e gli eletti nei Comuni). Operazione complessa: ci sono da convincere coloro i quali agiscono al di fuori dalle logiche di partito, i civici, appunto. Riuniti in parte sotto la bandiera di Esperienza civica del bustocco Gian Franco Bottini, ma nella maggioranza affrancati da qualunque linea politica pre-definita, diffidenti rispetto a proposte che tengono sullo sfondo dinamiche per loro non più accettabili. Una riedizione riveduta e corretta delle originarie tesi grilline che, in provincia, non trovano efficaci sponde elettorali.

In primavera si torna alle urne

E il prossimo anno in primavera si torna alle urne per rinnovare decine di amministrazioni civiche varesotte. Ciò a dire che in virtù o per colpa della legge Delrio sul riordino (!) delle Province sarà difficile trovare entro l’autunno un sindaco che faccia anche il presidente di Villa Recalcati: deve avere davanti almeno due anni pieni di mandato. E deve impegnarsi senza alcun compenso.
A complicare il quadro arrivano notizie dalla Comunità montana delle Valle del Luinese, dove la Lega starebbe intessendo relazioni addirittura con il Partito democratico. Il tentativo è di formare una maggioranza tagliando fuori i tradizionali alleati forzisti. Insomma, un marasma. Che si intorbidisce ulteriormente per i conflitti interni.

Lega e Pd hanno i loro problemi

Noti i guai di Forza Italia (si stanno formando correnti contrapposte), Lega e Pd andranno a congresso a breve. Devono rinnovare i segretari provinciali, dopo che il leghista Matteo Bianchi è stato promosso parlamentare e il dem Samuele Astuti ha preso la strada del Pirellone.
La Lega vede ufficiosamente in campo almeno cinque candidati, ma sono soltanto quelli che si conoscono: i pretendenti sarebbero molti di più. Tra loro i sindaci di Gallarate (Cassani), Cairate (Mazzucchelli) e Castiglione Olona (Poretti); in aggiunta a loro il mancato consigliere regionale Giuseppe Longhin e un leghista emergente di Tradate, Fabio Tonazzo. Per dirla in un altro modo, uno squadrone composto da singoli pronti a darsi battaglia. E a vivacizzare (eufemismo) il partito.

Prepariamo i pop corn

Non deve invece “vivacizzarsi” il Partito democratico: è già vivacizzato da tempo. Per la segreteria concorrono al momento due liste, una che fa riferimento a Samuele Astuti, l’altra al sindaco di Varese Davide Galimberti. Nel mezzo, il neo senatore Alessandro Alfieri che, assieme a Paolo Bertocchi, il quale deve ancora smaltire i postumi della sua personale sconfitta alle regionali, faranno in qualche modo la differenza. Un match tutto da vedere, quello che si profila in casa Pd. Magari, per dirla con Matteo Renzi, prepariamo i pop corn.

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