BUSTO ARSIZIO – Non si può non dire che Alessandro Albani, segretario bustocco della Lega, sia privo di intraprendenza. La sua voglia di fare, e di esserci, lo vede attivo sul versante politico dove, oltre a guidare la storica sede di via Culin, rappresenta, con il grado di capogruppo, il partito di Salvini (versante Comitato Nord, ma lui smentisce) sui banchi del consiglio comunale di Palazzo Gilardoni, è esponente del direttivo provinciale della stessa formazione politica, si occupa con passione del canile locale, svolge la professione di infermiere e, ciliegina sulla torta di fine anno, ha aperto un canale di informazione su Youtube, “Albani news”. Insomma, fa il giornalista.
Ci mancava, ma siccome con l’avvento dei social il mestiere dello scriba va svilendo la sua affidabilità, ci sta che chiunque si ingegni a produrre notizie, gettandole nel mare magnun delle news. C’è da perderci la testa, come si sa. Spesso non si capisce che cosa sia vero e che cosa no. Albani, se non altro, dà un orientamento specifico alla sua “testata”, di carattere politico/sanitario. Infatti, ciò che da qualche ora appare in rete, riguarda interviste a personalità e personaggi del settore sanitario: il presidente della commissione Sanità di Regione Lombardia, il leghista Emanuele Monti; il direttore sanitario dell’Asst Valle Olona, Marino Dell’Acqua; il presidente della Fondazione Piatti, Emilio Rota e, infine, il presidente di Opi, l’ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Varese, Aurelio Filippini, al punto che qualcuno potrebbe pensare a una sorta di conflitto di interessi professionali, così per dire e per riderci sopra. Insomma, con ironia, gente del suo giro.
Non tutti paiono “servizi” freschissimi, un aspetto comunque marginale rispetto ai supposti obiettivi divulgativi dell’iniziativa giornalistica. Tanto più che Albani non sembra intenzionato a fermarsi qui: la sigla di apertura di “Albani news” avverte che, oltre ai temi della medicina, della salute e del benessere, sono alle viste breaking news, attualità e approfondimenti sul territorio. Lui, il multiforme segretario leghista, compare in video con cravatta d’ordinanza e atteggiamento professionale. Ci farà concorrenza: massima libertà d’espressione e confronto aperto, guai a mortificare il pluralismo. Da ieri abbiamo un nuovo collega, solo che un giornalista per essere tale dovrebbe superare un esame di Stato, appartenere a un ordine e, soprattutto, non esercitare il ruolo di politico. La confusione in questo settore è oramai ai livelli massimi. Siamo in Italia, dove le regole, anche quelle non scritte, sono uguali per tutti, così che tutti se ne possano fare un baffo, per non dire di peggio.