Sinistra Chiara boccia «il compromesso» PD-M5S: «Il vero cambiamento siamo noi»

BUSTO ARSIZIO – «Il patto per il cambiamento? Una caporetto, un compromesso per salvare capra e cavoli, nato per necessità dopo l’abbandono di Amanda Ferrario. Ma il cambiamento, quello vero che auspichiamo noi, sarà ostacolato anche dalle scelte operate in questi anni con il beneplacito di un’opposizione soft». La Sinistra Chiara per Busto, la lista che candida sindaca Chiara Guzzo, boccia su tutta la linea l’alleanza in extremis tra PD, Movimento Cinque Stelle e Verdi. E rivendica il proprio ruolo essenziale per la sinistra in città: «La ricostruiremo noi, anche con una opposizione serrata».

LSC come la Settimana Enigmistica

«Il cambiamento siamo noi»: una sorta di invito a “diffidare dalle imitazioni”, quello de La Sinistra Chiara, lista unitaria formata da rappresentanti della società civile, antifascisti sempre, Sinistra Italiana e Partito Comunista Italiano, che analizza e giudica negativamente la «soluzione di compromesso» che ha riportato sulla scena il «rinato o riciclato centrosinistra» frutto dell’accordo tra il PD e la ex “coalizione Ferrario” tra M5S e Verdi. Un’alleanza “gattopardesca”, per LSC, dove «tutto sembra cambiare per non cambiare nulla». A partire dagli «obiettivi prioritari e fondati del patto, chiusura di Accam e no all’ospedale unico», che il raggruppamento guidato da Chiara Guzzo ricorda essere «inserite nei manifesti e programmi già palesati ai cittadini da La Sinistra Chiara». L’impressione della lista più a sinistra è di «un “risiko” politico giocato sulla pelle viva della città». A cui LSC si sottrae.

La nota integrale di LSC

La Sinistra Chiara, lista unitaria formata da rappresentanti della società civile, antifascisti sempre, Sinistra Italiana e Partito Comunista Italiano, forze da tempo impegnate in un progetto di cambiamento per il governo della città, a fianco delle lotte di cittadine e cittadini per la salute e, in particolare per il no al mantenimento dell’inceneritore e della nuova società Neutalia e del progetto di ospedale unico, apprende con perplessità i contenuti del nuovo patto siglato tra PD-Verdi-Movimento 5 Stelle, dove la chiusura di Accam e il no di Ospedale Unico sono messi come obiettivi prioritari e fondanti del patto. Patto, che ricordiamo nato per necessità è non per vera affinità politica, dopo l’abbandono di Amanda Ferrario quale guida dei Verdi e dei Pentastellati.
Proposte ottime e comunque inserite nei manifesti e programmi già palesati ai cittadini e a mezzo stampa da parte de La Sinistra Chiara che ora appaiono molto come compromesso, alla luce di una ricerca di paternità da parte del rinato o riciclato centrosinistra, dove lo slogan, coniato in tempi meno sospetti del “cambiamo sindaco” è diventato parola d’ordine.
Perché allora non cambiare atteggiamenti e posizioni da parte delle componenti già presenti in consiglio comunale durante l’attuale e nelle passate amministrazioni?
Ci riferiamo non solo alle posizioni dei partiti di maggioranza ma anche della minoranza, più volte chiamati ad esprimersi su temi cosi importanti per i cittadini. Quindi che significato ha lo slogan “cambiamo sindaco” quando (per ricordare una frase celebre) tutto sembra cambiare per non cambiare nulla.
Ricordiamo che le lotte per la chiusura dell’inceneritore, nascono da anni di lotta dei cittadini, mal supportate dai partiti per logiche e interessi interni, e ricordiamo che gli esponenti della nuova coalizione, più volte in consiglio comunale, ha avvallato le scelte operate dalle precedenti amministrazioni e conclusasi con gli atti formalizzati dalla Giunta Antonelli, cui tutto il consiglio è stato chiamato ad esprimersi.
A meno di quindici giorni dalla presentazione delle liste e delle coalizioni, questo cambio di rotta (ricordiamo anche i più volte ribaditi NI e NO al mantenimento dell’ospedale cittadino, espressi esplicitamente dal PD) più che un patto per la città ha il sapore di una caporetto.
La Sinistra Chiara si rende conto che il futuro, per qualsiasi governante della città, sarà in salita, in quanto le scelte operate, con il beneplacito di una opposizione soft, saranno un ostacolo al cambiamento. Non è comunque un fattore giustificabile e che graverà per anni sui cittadini, che ancora una volta saranno loro a pagare in termini di salute ed economici i fatti e i misfatti degli attuali governi della città.
A questo punto ci domandiamo dove è finita la coerenza, la lotta per valori della persona e il mantenimento della legalità in una città dove recenti scandali hanno ben messo in evidenze il grosso giro di affari ed interessi che gravano su Busto (e la Nuova Accam o l’Ospedale Unico sono chiari esempi).
Se Maggioni dichiara “ora” la necessità di “chiudere l’inceneritore il prima possibile” forse non si è accorto che Accam sta già fallendo o meglio è già fallita (ovviamente a spese dei cittadini e dei contribuenti).
Il patto per la città allora forse è solo una soluzione di compromesso, puramente a fini elettorali, per salvare capra e cavoli.
Rimane invariato se non ulteriormente confermato il dubbio su quale fosse il vero interesse di coloro che nei mesi passati si sono mostrati pubblicamente per l’unità delle liste di opposizione ed ora si scapicollano a sostenere il PD. Altro dubbio è su chi tiri le fila di questo gruppo e quale il dibattito/partecipazione democratica con firmatari e sostenitori sulle scelte, spostando lo scontro unicamente sul piano delle persone anche con pesanti cadute di stile (si legga il problema dell’omonima tra Rossi!) e raccontando come successi della propria linea fatti assolutamente attribuibili ad altri o al caso (l’uscita di scena di Amanda Ferrario e la strana unità trovata tra PD, M5S e Verdi). Infatti i mesi trascorsi sono passati con comunicazioni da “cambiamosindaco…” a volte stranamente tardive rivolte in sostanza alla sola Chiara Guzzo candidata sindaca per L.S.C. , recitando il mantra dell’inutilità di L.S.C. così poco originale dato che l’autore del “voto utile” (a chi? Per fare che cosa?) si chiama Walter Veltroni fondatore del PD. E così il cerchio si chiude.
Questo “risiko” politico giocato sulla pelle viva della città avrà, come proprio esito, non i risultati che raccoglieremo ognuno per la propria parte il 4 di ottobre, ma ciò che accadrà dal 5 ottobre in poi, anche oltre eventuali ballottaggi. La Sinistra Chiara pone tra i suoi obbiettivi quello di ricostruire la sinistra a Busto, anche con una opposizione serrata, senza cercare di spostare semplicemente il baricentro per uscire dalle sabbie mobili delle attuali alleanze.

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