Solbiate, indagati sindaco e vicesindaco: «Siamo tranquilli. Nulla da nascondere»

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Il municipio di Solbiate

SOLBIATE OLONA – C’è un’indagine, su sindaco e vicesindaco. E ora ci sono anche le comunicazioni ufficiali da parte della magistratura. Notificate proprio qualche giorno fa, poiché, in scadenza dei termini e con la proroga delle indagini, l’obbligo di legge dice di “avvertire” tutte le persone coinvolte. E oltre al primo cittadino Luigi Melis e al suo vice Pierangelo Macchi, le notifiche sono arrivate tramite raccomandata ad altre 5 persone, di cui due professionisti. Uno di questi è un dipendente comunale. Ma procediamo con ordine.

Parla il vicesindaco

La notizia inizia a circolare nella mattinata di oggi, lunedì 1 aprile e alla vigilia della campagna elettorale. Ma le indagini sono iniziate poco più di un anno fa. Secondo quanto spiega il vicesindaco Macchi le attenzioni della magistratura (il pm è Chiara Monzio Compagnoni) sono tutte legate al decreto sicurezza Minniti e relativa circolare Gabrielli riguardo le nuove normative sull’organizzazione di feste e manifestazioni di pubblico interesse. E a una riunione, «durante la quale, per agevolare le associazioni abbiamo trovato un professionista in grado di seguire e certificare che la compilazione di documentazioni e permessi fosse regolare. E abbiamo suggerito di fare riferimento a lui. Non come esperto del Comune – precisa Macchi – ma come esterno. Perché il nostro obiettivo era ed è che tutto fosse in regola». E poi aggiunge Macchi: «Davvero non capisco il motivo di queste indagini. Forse qualcuno ha ritenuto che suggerendo quel nome abbiamo superato le nostre competenza di amministratori».

Il sindaco: «Non so ancora nulla»

Sta di fatto che i reati contestati non sono certo acqua fresca: si va dalla diffamazione, al rifiuto di atti d’ufficio fino all’induzione indebita, ovvero il 319 quater del codice penale che recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o  promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”.

Il sindaco Melis innanzitutto dice di non aver ancora ricevuto alcuna notifica. Vero, poiché pare che per un errore di residenza sia stata spedita a Solbiate Arno. Gli altri sei indagati però hanno ricevuto la notifica. Detto questo il primo cittadino non smentisce «è già successo altre volte in questi dieci anni ed è finito tutto in nulla»; e aggiunge di essere «sereno e disponibile a fornire tutte le documentazioni che verranno richieste». Inoltre: «Per il resto faccio fatica a esprimermi su una situazione che è al momento riservata. Ripeto non ho ricevuto nulla, ma credo di essere stato coinvolto solo perché ricopro un ruolo istituzionale. Del resto le feste non le organizzo io». Tutto, a quanto pare, è partito da un esposto. E Melis commenta: «E’ emblematico che questi esposti, che possono essere anche anonimi, vengano “svegliati” in questo momento. Noi siamo sempre stati e continueremo a essere trasparenti. Semmai sarà chi l’ha presentato che si assumerà le sue responsabilità».

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