Barcaro: «A Somma una casa di riposo abusiva. Il Comune lo sapeva»

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Alberto Barcaro

SOMMA LOMBARDO – Una «fantomatica» residenza per anziani a Mezzana che «non aveva permessi ma operava da anni». Alberto Barcaro, capogruppo d’opposizione di Noi per Somma e consigliere provinciale, lo ha prima accennato ieri – 19 aprile – in aula durante la discussione sulle tariffe Tari, poi è tornato alla carica sui social: «Magari era anche il Comune che indirizzava i famigliari degli anziani in difficoltà verso questa struttura». Immediata la replica della maggioranza, per voce dell’assessore Francesco Calò: «Più volte l’amministrazione comunale ha contestato questa attività, lo dimostrano gli interventi effettuati con la polizia locale e Ats. E più volte è stato chiuso quel posto: una nel 2022, una nel 2023 e ora nel 2024».

La residenza «abusiva»

Barcaro parte dall’importanza di monitorare chi conferisce i rifiuti: «Perché controllare fa emergere chi non paga, ma soprattutto chi paga molto meno». L’esempio «lampante» è questa residenza per anziani «che non aveva permessi, ma che operava da anni: in capigruppo lo avevo detto, da due anni. Ma ciò che dice la minoranza non viene mai preso in considerazione». Per difendere la dignità e i diritti delle persone fragili e in età avanzata, prosegue, «ricorrere a strutture accreditate per dare assistenza ai propri cari diventa una soluzione indispensabile. Con costi elevati che ricadono il più delle volte anche sulle casse dei Comuni». E affonda: «Ma se per toglierci il problema ricorriamo a strutture non accreditate, favorendo quelle letteralmente abusive, diventiamo complici di un sistema che a parole tutti vorremmo combattere».
Questa residenza, aggiunge, aveva «insospettito non solo i presidenti delle case di riposo sommesi: a maggio 2022, un sopralluogo di Ats e polizia locale parrebbe aver dato indicazioni di irregolarità». Poi: «Passano due anni, si arriva a marzo 2024, la struttura nel frattempo continua a ospitare anziani. Arriva un nuovo sopralluogo: Ats, carabinieri, Nas, ispettorato del lavoro si presentano per delle verifiche». Il risultato è che «i dieci, o forse più, anziani devono essere trasferiti velocemente. L’abitazione, perché tale è, parrebbe non avere la ben che minima autorizzazione». Da qui, le domande: «Il proprietario dell’immobile non sapeva? Il Comune, tramite il servizio dedicato, ritirava l’immondizia in quantità industriale e nessuno si è accorto di nulla? Che dire, l’Italia è anche questa».

«Mai stati con le mani in mano»

È Calò a fare chiarezza: «Il Comune ha già agito nei confronti di questa fantomatica struttura». Precisa: «Ci siamo mossi anche grazie alla collaborazione con alcuni esponenti d’opposizione, che avevano segnalato il fatto. E in alcuni casi abbiamo messo in campo operazioni di nostra iniziativa, insieme alle forze dell’ordine e agli enti di riferimento. Non siamo mai stati con le mani in mano». Di più: «I documenti dimostrano che abbiamo sempre operato per tutelare gli anziani. Se poi le persone che stanno dietro a queste cooperative continuano a esporsi con simili comportamenti, noi agiremo di conseguenza andando avanti a multare». Poi, rivolto a Barcaro, conclude: «Ha avuto un atteggiamento scorretto. Non è venuto in Commissione per poi intervenire in consiglio comunale con una dichiarazione di voto, quando gli assessori non possono rispondere e fornire tutte le spiegazioni utili».

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