Cargo City al T2 di Malpensa? Bellaria boccia l’idea: «Servono risposte credibili»

somma mossolani bellaria

MALPENSA – «Siamo all’88esimo minuto, la partita è quasi finita. Ora è il momento di trovare una mediazione: se vogliamo incidere, servono risposte credibili». Il sindaco di Somma Lombardo, Stefano Bellaria, ricorre a una metafora calcistica. Vuole essere il più chiaro possibile se si tratta di fare sintesi sullo stato dell’arte del Masterplan di Malpensa. La contro-proposta di Dario Balotta, presidente di Onlit, di demolire il terminal 2 per costruire una Cargo City, si scontra subito col muro delle amministrazioni. Di sicuro con quella sommese, che vede sviluppare il t2 all’interno del suo territorio. Almeno due, i motivi: i tempi stretti per trovare un punto d’intesa sul piano d’espansione del sedime e il contesto in cui si inserisce.

Il tempo stringe

Lo scorso sabato, 7 maggio, Balotta ha preso parte al convegno organizzato da Unicomal insieme a una lunga serie di associazioni ambientaliste su Malpensa e il suo impatto ambientale. Con una proposta che punta a stravolgere tutto: «Abbattere il terminal 2 che è obsoleto, non più funzionale, ora in uso solo per il servizio passeggeri delle compagnie low cost e che Sea vorrebbe tenere chiuso fino al 2026», ha detto. Tranchant Bellaria: «Non è un’ipotesi plausibile». Da tempo ormai le amministrazioni locali portano avanti le trattative al tavolo – fra gli altri – con Sea e Regione Lombardia. Ormai si è agli sgoccioli, molti punti d’incontro sono stati trovati e ora il nodo da sciogliere resta – insieme alla questione voli notturni – proprio lo sviluppo della Cargo City. Insomma: «Non è più tempo di fare queste proposte». Ma anzi, «bisogna tenere conto delle prescrizioni». Non ultima, la richiesta di Enac di riaprire il Terminal 2, mettendo in atto da subito tutte le attività e le opere necessarie per ristabilirne la piena operatività. «Questo è lo scenario», stringe il primo cittadino sommese. «Se non viene preso in considerazione, si fa solo filosofia».

Il contesto

Poi, le prerogative di base non cambiano. «Lavoriamo per tutelare la brughiera e la salute dei cittadini, oltre che per difendere e promuovere il lavoro», prosegue. Che tradotto significa: «Facciamo amministrazione». In questo contesto, si allaccia all’intervento al convegno di Barbara Meggetto, presidente regionale di Legambiente: «Siamo in uno scenario – riprende Bellaria – in cui sta vincendo l’economia. Bisogna trovare una mediazione seria, una soluzione. Ed è meglio lanciare proposte che siano fattibili».

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