Il Pci chiede una Commissione contro gli infortuni sul lavoro. Solo Somma la istituisce 

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SOMMA LOMBARDO – Più di un anno fa, il Pci della federazione di Varese lanciò, partendo da Gallarate, la campagna di sensibilizzazione sul riconoscimento del reato di omicidio sul lavoro, con la richiesta alle amministrazioni comunali di istituire una commissione di lavoro tra amministrazione comunale, parti sociali, Inail e ispettorato del lavoro atta allo studio di programmi di intervento e controllo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del territorio con l’obiettivo di investire in tecnologia rivolta a evitare incidenti e malattie dove si lavora, che si promuova vera formazione, che ci siano sanzioni reali per chi non adempie alle regole, che si istituisca, in ultima analisi, il reato di “omicidio sul lavoro”. A 14 mesi di distanza, soltanto il consiglio comunale di Somma Lombardo ha risposto presente, con la mozione presentata in aula da Claudio Brovelli (nella foto in alto) di Sinistra per Somma

Il voto a Somma 

Dopo Gallarate, il Pci ha protocollato la medesima richiesta, consegnandola direttamente al protocollo o consegnata tramite Pec, in altri 80 Comuni della provincia di Varese. A oggi, rende noto Osvaldo Bossi del gruppo di comunisti gallaratesi, soltanto un Comune ha risposto con un atto formale ed è la Città dei Tre Leoni. La mozione è stata approvata con 10 voti favorevoli e l’astensione di Alberto Nervo (Somma Sì). Non ha partecipato al voto la Lega. Il capogruppo Alberto Barcaro ha spiegato così la scelta: «Ben venga l’attenzione a queste tematiche, ma è già un’attività messa in atto da Provincia e dal prefetto». 

Non è solo tragica fatalità 

Bossi a nome del Pci di Gallarate ringrazia la sinistra sommese e la maggioranza Bellaria: «Le morti sul lavoro sono troppe per poter pensare che sia solo tragica fatalità, distrazione o, forse, qualcosa per la quale non deve esistere né responsabilità né colpevolezza. I responsabili e i colpevoli, invece, esistono eccome. Solo che, spesso se non sempre, non vengono puniti anche a causa di una legislazione “morbida” e di una giustizia “lenta” che garantiscono impunità e prescrizion. Invece di aumentare le spese militari, invece di dilapidare i nostri soldi in armi e guerre, si spendano le risorse necessarie perché il lavoro sia effettivamente sicuro, meno faticoso, giustamente retribuito. Così come è scritto nella nostra Costituzione».

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