Azienda di Valle, Castellanza non vota il bilancio. Cerini: «Chiediamo di più»

Il sindaco di Castellanza Mirella Cerini a Malpensa24 Web Tv

CASTELLANZA – «Abbiamo una spesa per il sociale pari a quella di una città di 50 mila abitanti a fronte dei 14 mila effettivi». Bisogna partire da qui, dalle parole dell’assessore ai Servizi sociali Cristina Borroni, per “leggere” l’astensione del sindaco Cerini al momento del voto del bilancio di previsione dell’Azienda di Valle. Discussione e votazione avvenuta qualche giorno fa.

Astensione, ma nessun caso

L’astensione di Castellanza, unica voce fuori dal coro nell’assemblea dei soci al momento del voto, in effetti ha suscitato un po’ sorpresa. Nel senso che durante il percorso di stesura del bilancio di previsione, un po’ tutti soci (i Comuni) hanno manifestato le loro esigenze e perplessità. Ricevendo, sulla base dell’approvazione concordata, risposte esaurienti. Tutti tranne Castellanza. Un caso? «Nessun caso – interviene il sindaco Mirella Cerini, che è anche presidente dell’assemblea dei soci dell’Azienda – Abbiamo giocato a carte scoperte mettendo sul tavolo richieste e motivi del nostro voto di astensione. Una posizione che non va ad intaccare la nostra fiducia nell’azienda, nella quale continuiamo a credere fortemente. Ora però attendiamo che alle parole facciano seguito i fatti». Insomma non un segnale di disimpegno, bensì… un segnale a chi traccia il solco e dirige la “macchina”.

Si può dare di più

Fuori dai giri di parola, il significato dell’astensione lo spiega Borroni: «Il lavoro che stiamo portando avanti come Azienda di Valle è svolto in piena sintonia con tutti i sindaci soci. Ora però bisogna lavorare sulla ripartizione dei fondi sociali che questa realtà gestisce. Sappiamo che alcuni sono “vincolati”, mentre per altri si possono fissare criteri. Ed è su questi che stiamo ragionando». Insomma Castellanza chiede, senza nulla togliere agli altri soci, di trovare un sistema distributivo equo e che rispetti le dimensioni del Comune, ma anche il “peso” in termini di servizi comunali all’azienda.

Stabilire criteri equi

«Un criterio – continua Borroni – potrebbe essere quello della ripartizione sulla base del “consumo” dei servizi. Il nostro Comune, ogni anno stanzia 3 milioni di euro per il sociale e conferisce all’Azienda un buon numero di attività. Siccome non abbiamo intenzione né di ridurre i servizi, né di abbassare la qualità di quelli erogati, pensiamo che l’Azienda, per quanto le compete, possa in qualche modo “restituire” un beneficio in tal senso». Una richiesta che «va nell’ottica di trovare una soluzione equa per tutti – continua Borroni – anche perché tutti i Comuni sono in difficoltà davanti a una spesa del sociale che impatta tantissimo sui bilanci».