Servizi sociali, 11 milioni nel bilancio di Varese. 20 nuove richieste al mese

VARESE – La variazione di bilancio approvata nel consiglio comunale di fine luglio, con 700mila euro a favore delle fasce deboli della cittadinanza, ha confermato l’importante peso dei servizi sociali tra le spese che Palazzo Estense deve affrontare. Una situazione aggravata dalla crisi economica dovuta alla pandemia, con l’amministrazione che fa sempre più fatica a garantire i servizi per i varesini in difficoltà, il cui numero continua a crescere.

11 milioni all’anno

È l’assessore ai servizi sociali Roberto Molinari a fare il punto della situazione. «Negli ultimi sei anni – spiega – abbiamo cercato di mantenere sempre costante quella che è la spesa sociale, intorno agli 11 milioni di euro all’anno. Nel 2021 con i contributi giunti dallo Stato per effetto del Covid si è saliti a 13 milioni: abbiamo retto l’allargamento della spesa sociale perché c’erano questi fondi aggiuntivi». Per il 2022 invece non sono previsti contributi statali, aspetto che costituisce un problema non da poco per l’amministrazione. «La situazione è preoccupante per tre aspetti – continua Molinari – il Covid non è sparito, i suoi effetti vengono assorbiti in maniera graduale molto lenta e i problemi di crisi economica pre-pandemia non rimangono, ma anzi sono stati accentuati. Non avere risorse aggiuntive per noi risulta essere un elemento preoccupante per la tenuta sociale della città di Varese».

Necessità crescenti

La pandemia ha causato un aumento delle situazioni di povertà a Varese: sono emerse innanzitutto necessità di fondi aggiuntivi sul sostegno affitti, voce che risente delle difficoltà economiche dovute alla perdita dell’occupazione o alla riduzione delle ore di lavoro. Quindi sono aumentati i nuclei familiari che hanno bisogno di un sostegno vitale, ovvero aiuti per riuscire ad arrivare alla fine del mese, tra pagamento di bollette e acquisto della spesa. La platea delle fragilità si è allargata: tendenzialmente agli uffici dei Servizi sociali di Varese giungono ogni mese una ventina di nuove richieste da parte di persone bisognose di aiuto che vanno ad aggiungersi alle realtà familiari già seguite.

Ancora quattro mesi

«Il paradosso – commenta Molinari – è che alcune forze in consiglio comunale chiedono di non far pagare la Tari, l’Imu o la tassa di occupazione del suolo pubblico, ma la spesa corrente come i servizi sociali e i servizi educativi viene alimentata proprio da queste voci. Se non ci sono entrate la coperta è corta e vengono messi a rischio i servizi». Anche per l’anno in corso si stima intorno agli 11 milioni la quota a bilancio per il sociale, ma non senza difficoltà di reperimento. «La voce dei 700mila euro della variazione sono risorse che il Comune ha trovato all’interno dei propri capitoli di bilancio con spostamenti vari da altri settori – osserva l’assessore – abbiamo raschiato il fondo per coprire ulteriormente queste richieste. Mancano ancora quattro mesi alla fine dell’anno: la sfida è alta».