Somma, Nervo: «Noi esclusi dall’incontro con Delpini». Bellaria: «Era aperto a tutti»

somma tre leoni

SOMMA LOMBARDO – «Questo atteggiamento è un oltraggio ai componenti del consiglio comunale». Queste le parole del consigliere Alberto Nervo (SommaSì), pronunciate lo scorso 15 novembre in consiglio comunale a Somma Lombardo. Il riferimento va al 19 ottobre, quando la basilica di Sant’Agnese ha ospitato l’arcivescovo Mario Delpini per celebrare i 115 anni dalla sua consacrazione, oltre che per ricordare papa Gregorio XIV benedire i due affreschi sulla facciata appena restaurati. Evento che ha lasciato l’amaro in bocca all’ex leghista: «È stato un incontro personale. Sarebbe stato onorevole se tutto il consiglio avesse accolto l’arcivescovo». Netta la replica del sindaco Stefano Bellaria: «L’invito a partecipare alla messa era esteso a tutti, bastava essere presenti. Mentre l’incontro in Castello è stato organizzato dalla Fondazione Visconti». Che, tradotto, vuol dire: «Non si può invitare la gente in casa d’altri».

La lettera di Nervo

La lettera è indirizzata, in particolare al sindaco Stefano Bellaria, al suo vice Stefano Aliprandini e all’assessore Donata Valenti (Cultura). Ecco il testo integrale:

Con rammarico sono venuto a sapere, dal giornale locale, che i sopra nominati signori hanno avuto un incontro, che mi permetto di dire personale, con sua eccellenza monsignor Mario Delpini, arcivescovo della nostra diocesi. Questo atteggiamento lo ritengo un oltraggio ai componenti del consiglio comunale, in primis, e alla popolazione di Somma Lombardo.

L’arcivescovo è di tutti, non dei caporioni o di chi si ritiene tale. SommaSì pretende che i personaggi ospiti della nostra comunità siano visibili, in primo luogo, ai consiglieri comunali. Ed eventualmente con il coinvolgimento di tutta la popolazione. Sarebbe stato onorevole per tutti che la venuta dell’arcivescovo, per ricordare papa Gregorio, nostro concittadino, fosse stata accolta da tutto il consiglio comunale.

Tale comportamento si può leggere anche come una mancanza di riguardo nei confronti dell’arcivescovo Delpini, già mortificato da Papa Francesco che non lo ha ancora nominato Principe della Chiesa. Il nostro amato arcivescovo è il guardiano della nostra diocesi ambrosiana. E non dimentichiamo che la nostra diocesi è la più grande del mondo. A tal punto, viene da pensare, forse, proprio perché tenutario di quel rito ambrosiano che ben si distingue dal rito romano, poco condiviso da Roma. Se Roma non gratifica i nostri figli guardiani della nostra chiesa, facciamolo noi. Non in modo ristretto, ma coinvolgendo la comunità.

La replica

Semplice ma precisa la replica del primo cittadino. «Sia io che il vicesindaco, abbiamo incontrato l’arcivescovo solo a messa. Mentre l’accoglienza al Castello è stata organizzata dalla Fondazione Visconti: io non posso invitare tutti in casa d’altri. Non dipendeva dal sindaco e dalla giunta». Mentre, l’appuntamento in chiesa era rivolto «a tutti i fedeli». Fino alla replica, ovvia, sul mancato passaggio a cardinale. Con tanto di ironia: «Per il momento non dipende ancora dal Comune di Somma Lombardo».

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