La Chiesa che non vuole Delpini cardinale

Coni Lombardia Riva Delpini
Monsignor Mario Delpini, arcivescovo della Diocesi Ambrosiana

di Loris Velati

In questi giorni, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, è sotto attacco per le frasi pronunciate mercoledì scorso, 31 agosto, nel duomo di Como al termine della celebrazione del solenne pontificale di Sant’Abbondio, patrono della diocesi lariana, presieduto dal neo-cardinale Oscar Cantoni. Utilizzando il suo personale e caratteristico stile ironico, monsignor Delpini ha commentato la scelta di Papa Francesco di non assegnargli la porpora cardinalizia in occasione del Concistoro del 27 agosto. In molti sono rimasti sorpresi dal tono, per certi versi irriverente nei confronti di Bergoglio, usato da Delpini nel manifestare la sorpresa per una decisione che è subito apparsa uno schiaffo alla Chiesa ambrosiana.

In questi anni, Francesco sta rivoluzionando l’assetto della Chiesa. Sorge però spontaneo un interrogativo: quali benefici sta producendo per la Chiesa questa rivoluzione? Se è certamente condivisibile l’intento di coinvolgere nel governo della Chiesa anche i pastori delle Chiese più giovani e più lontane da Roma, non convince, per quanto riguarda la Chiesa italiana, la scelta di escludere dal collegio cardinalizio i pastori delle diocesi che nel tempo hanno sempre avuto alla loro guida un porporato. In particolare, la decisione di non imporre la berretta a Delpini non ha convinto perché è stato lo stesso Francesco, cinque anni fa, a riconoscerne l’autorevolezza affidandogli la cattedra che fu di Sant’Ambrogio e di San Carlo.

Pur augurando lunga vita all’attuale pontefice, potrebbe anche verificarsi l’ipotesi della convocazione di un conclave dove rischia di non essere presente il rappresentante di una delle Chiese particolari che, per storia e tradizione (ha, tra l’altro, il privilegio di avere un proprio rito liturgico), è tra le più importanti del panorama mondiale. Nessuno mette in discussione la nomina di Cantoni ma, l’esclusione di Delpini non ci sta.

Non è piaciuto inoltre il finale della festa per il vescovo di Como. Mentre Delpini pronunciava il suo saluto al neo-cardinale, interrotto da quattro applausi dell’assemblea, alcuni vescovi lombardi si sono lasciati andare ad ampie e sonore risate. Le parole dell’arcivescovo di Milano aprono inoltre, come era prevedibile, un problema all’interno della Conferenza episcopale lombarda. Dopo la bocciatura del Papa, Delpini continuerà a guidare l’assemblea dei vescovi della Lombardia o cederà la presidenza al cardinale Cantoni? Al di là di sterili polemiche personali che tra qualche giorno saranno superate, sono certamente le risate dei vescovi e gli applausi dei fedeli, l’aspetto più preoccupante che contribuisce a rafforzare la convinzione che la Chiesa cattolica, perseguendo indefiniti obiettivi progressisti stia demolendo le fondamenta di una fede popolare che appare sempre più disorientata da scandali e scelte della gerarchia spesso incomprensibili. 

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