S.O.S. Pro Patria: mister Prina paga per tutti?

BUSTO ARSIZIO – Le scommesse nel calcio si possono vincere, ma si possono anche perdere. E lo sconcertante avvio di campionato della Pro Patria, caduta già quattro volte in sei giornate con ben 11 gol al passivo, ha già fatto suonare il campanello d’allarme in casa biancoblù. Il pesante passivo subito a Lecco, un 3-0 che ha fatto inevitabilmente ricordare la debacle di Salò contro il Trento, ha finito per mettere sul banco degli imputati Luca Prina. Il tecnico, in quanto tale, è ovviamente il primo responsabile dei risultati della squadra, ma guai a pensare che il trainer biellese, aziendalista sì ma non certo masochista, sia l’unico colpevole della situazione in cui si è cacciata la Pro Patria, passata dal quinto posto del passato campionato, al terzultimo posto del torneo in corso. Certo siamo solo all’inizio della stagione, c’è tutto il tempo per poter recuperare, ma i segnali espressi in queste prime partite dai biancoblù sono stati inequivocabili. Di questo passo…

Critiche per tutti, ma è ora di fare quadrato

Busto sarà pure una piazza “in declino” a livello di presenze, ma la Pro Patria, nel bene e nel male, fa sempre discutere. E lo stentato avvio di campionato dei tigrotti ha già innescato le più svariate polemiche, con il tecnico Luca Prina finito nel mirino dei contestatori più accesi che vorrebbero un immediato ribaltone in panchina, con il diesse Sandro Turotti (“pizzicato” a Lecco anche da alcuni tifosi blucelesti) indiziato di aver stavolta toppato il mercato (su tutte la mancata sostituzione di Lombardoni) e con la presidentessa Patrizia Testa chiamata a mettere mano al portafogli per rinforzare adeguatamente la rosa e raddrizzare una stagione che sta prendendo una brutta piega.
Su queste stesse colonne, in tempi non sospetti, ci eravamo permessi di non condividere alcune scelte societarie, a cominciare dalla “sottovalutazione” di Javorcic per finire con altre piccole o grandi “presunzioni”, ma a questo punto puntare il dito sugli errori commessi o sulle mancate aperture (che hanno fatto invece la fortuna di altre piazze) non serve a molto. Meglio ricompattare l’ambiente e fare quadrato, per evitare che un’eventuale retrocessione mandi in fumo non solo il tanto decantato concetto di patrimonializzazione, ma tutto quanto di straordinario fatto per la Pro e per Busto da Patrizia Testa, la cui recente esposizione politica rischia di essere una cassa di risonanza dagli effetti indesiderati, specie in clima di elezioni.

Domenica la Virtus Verona: conta solo vincere

E in questa ottica di salvare il salvabile, ed evitare il peggio, si inserisce la sfida salvezza con la Virtus Verona, ospite domenica (ore 14.30) al “Carlo Speroni”. Una vittoria darebbe respiro alla deficitaria classifica dei tigrotti, infondendo fiducia ad una squadra che, in questo momento di smarrimento generale (vedere la prova di un impaurito Ferri a Lecco o gli errori di Mangano e Molinari, quest’ultimo mandato pure in conferenza stampa al posto di un veterano), è pure alle prese con gli infortuni (ma tutto, purtroppo, ha una sua logica, se pensiamo agli sforzi immani profusi per esempio dal “centrale difensivo” Fietta o dal “tuttocampista” Nicco). Domenica, ad ogni modo, conterà solo una cosa: vincere, mettendo in saccoccia i tre punti. E per farlo la Pro avrà bisogno di tutto il sostegno possibile (prevendita attivi nei punti vendita vivaticket – Bar Savoia, Tabaccaio Buon Gesù – oppure ai botteghini dello Speroni aperti venerdì dalle ore 17 alle 19 e sabato dalle ore 10 alle 12).

Lo striscione dei lecchesi e gli ultras bustocchi

Bustocco 10 anni fa avevi il coraggio di rischiare, oggi resti sul divano a riposare“. Lo striscione esposto nella curva lecchese ad inizio secondo tempo è stato magari di cattivo gusto, ma l’incitamento costante dei tifosi blucelesti verso la propria squadra no. Anzi i cori – ben percepiti anche dalla nostra postazione in tribuna stampa – hanno fatto venire alla mente i bei tempi dello “Speroni”, in cui gli ultras biancoblù erano davvero l’uomo in più. Non ci permettiamo certo di entrare nelle decisioni ideologiche per cui il tifo caldo della Pro abbia deciso di sostenere i tigrotti dall’esterno dello stadio, ma vedere e sentire la curva lecchese così compatta e calorosa ci ha fatto sperare in un ritorno degli ultras bustocchi sulle gradinate. La Pro ne avrebbe proprio bisogno.

La Pro Patria sprofonda a Lecco: 3-0

SOS Pro Patria Prina – MALPENSA 24