di Franco Liccati
(a cura della scuola Karma Chakra di Gallarate)
Dicembre è un mese particolare, dove l’eccesso di materialismo che si manifesta attraverso lo scambio di regali inutili si mescola a momenti di profonda spiritualità dove vogliamo essere migliori, essere più buoni, riuscire a capire e mettere in pratica il messaggio di Gesù sacrificato sul crocefisso.
I risultati li vedremo come ogni anno a gennaio. La casa piena di cose inutili che cercano spazio in armadi e cantine affollate dagli ultimi Natali e il corpo con qualche chilo di troppo a causa delle decine di cene. L’aspetto spirituale del Natale è ridotto al minimo e a volte anche meno.
Questo è il serio rischio che si corre a Natale, ma è anche il rischio che si corre con lo Yoga, cioè vedere nello Yoga solo gli aspetti più materiali.
Limitare l’attività yogica alle sole Asana è una visione molto diffusa ma assai limitata della vera natura dello Yoga.
Lo Yoga secondo la tradizione è un percorso spirituale, è un metodo che consente di entrare in contatto con la parte divina che è in te.
Considerarlo un buon esercizio per rendere il corpo più elastico è limitante.
Uno degli aspetti più sacri dello Yoga è la visione non duale della realtà, non esiste confine tra “io” e “tu”, tra “io” e il resto, ma solo una coscienza del tutto.
Come nello spirito del Natale, anche nella visione dello Yoga se fai del bene agli altri è come se fai del bene a te stesso.
Negli Yoga Sutra di Patanjali attraverso 196 aforismi é organizzato il percorso spirituale per raggiungere la coscienza del tutto, il Samadhi, che letteralmente significa “mettere insieme” UNIONE, così come il termine Yoga significa letteralmente UNIRE.
Con spirito di unione vi auguro buon Natale.