Gli Stati generali della cultura a Busto puntano su: valore, luoghi e attività

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BUSTO ARSIZIO – Valore luoghi e attività. Tre parole chiave per tracciare la rotta della cultura a Busto Arsizio e che, con tantissime realtà cittadine, sotto la guida dell’assessorato, si è riunita in un luogo simbolo, forse il migliore per rappresentare proprio quei tre pilastri: il museo del Tessile, per dare vita agli Stati generali.

Un appuntamento fortemente voluto dall’assessore Manuela Maffioli, che ha chiamato la cultura cittadina a riunirsi per tracciare un bilancio dell’anno trascorso, faticoso ma ricco di iniziative e di risultati raggiunti «grazie al fondamentale contributo del fattore passione».

Dodici mesi durante i quali l’assessorato e le tante associazioni hanno lavorato in rete su tavoli diversi, dedicati ad arte, musica, identità, teatro, cinema e fotografia: i primi quattro composti da numerose associazioni, gli altri rappresentati essenzialmente dalle realtà del sistema cinema e dall’archivio fotografico italiano. E proprio alle associazioni riunite si è rivolta l’assessore all’avvio dei lavori: «Le vostre realtà sono molto diverse, ma tutte insieme  costituiscono il volto della culturale cittadina. In questi mesi avete visto che non è possibile fare tutto, ma abbiamo realizzato quasi tutto. Il modus operandi dei tavoli lanciato come esperimento agli Stati generali dell’anno scorso ha dato i suoi frutti. Ora fate parte della nobile cordata della cultura, dove hanno diritto ad esserci anche i privati».

Pubblico e privato quindi, perché Manuela Maffioli ha sempre battuto il martello su un concetto, anzi su un ragionamento nuovo riguardo al “fare cultura”. E qui si torna alle tre parole chiave: ovvero la cultura ha un valore, certamente culturale, ma anche economico; la cultura ha luoghi, anche a Busto, che sono case della cultura ma anche posti dove fare iniziative e poi quello il termine più generale: le attività, poiché sono proprio le iniziative che danno vita e legano i due concetti precedenti. «Attività, cioè continuare ad impegnarsi per tutti i progetti, sia quelli da realizzare in collaborazione con l’amministrazione sui vari tavoli, sia quelli da concretizzare autonomamente – ha spiegato l’assessore – luoghi, ovvero la necessità di prendersi cura delle domus che custodiscono la cultura; valore, nel senso della condivisione del concetto che la cultura è un valore e ha un valore».

Le tre parole si affiancano a quelle dell’anno scorso, rete, qualità e comunicazione che continuano a indicare il percorso. I referenti dei tavoli, Maria Cristina Limido per l’arte, Cetti Fava per i teatri, Paola Colombo per la musica, Rolando Pizzoli per l’identità,  Paolo Castelli per il cinema, Claudio Argentiero per la fotografia hanno poi preso la parola per illustrare le attività svolte durante l’anno e offrire qualche spunto per il futuro. E così, dagli interventi fatti è emerso che la cultura è anche trasversalità, testimoniata anche dalla presenta del vicesindaco e assessore all’Urbanistica Isabella Tovaglieri e, tra il pubblico, di diversi consiglieri, oltre che dagli assessori all’Istruzione Gigi Farioli, all’Inclusione Miriam Arabini e all’Innovazione Alessandro Chiesa e il presidente del consiglio comunale Valerio Mariani.

Tra gli invitati a intervenire poi c’era Serena Bertolucci, direttore del Palazzo Reale di Genova che dal primo gennaio diventerà direttore del Palazzo Ducale  del capoluogo ligure,  al culmine di una carriera eccezionale nel Mibac, ha offerto il suo autorevole e competente punto di vista alla platea. «Non si può vivere senza i musei che sono fonte di benessere, educano la comunità con i loro patrimoni materiali e immateriali, sono ambienti di apprendimento e di consapevolezza».

La grande sfida lanciata anche da Bertolucci e condivisa dall’assessore Maffioli «è proprio quella di far capire che investire in cultura porta sempre un ritorno. E’ così in tutto il mondo, Busto non è su un altro pianeta». La mattinata si è conclusa con il confronto degli studenti dell’Ite Tosi e di scuole di Crema e Conegliano sul tema della gratuità dell’offerta culturale degli enti pubblici, un confronto introdotto dalla dirigente del Tosi, Nadia Cattaneo, svolto con l’innovativa tecnica del debate (l’Ite Tosi è capofila nazionale della rete Wedebate).

 

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