Stupri, femminicidi, violenze: attenti al lupo

minchella violenza lupo

di Andrea Minchella

In questi giorni una delle (tante) polemiche che tiene banco è certamente quella che ha per argomento gli stupri di gruppo, sempre più frequenti e spesso compiuti da minorenni, che stanno scioccando il paese. I talk show sono invasi da psicologi, sessuologi, ragazzi, anziani, insegnati, preti che cercano di fornire un tassello importante per meglio comprendere questi fatti così efferati. Ogni parola, frase, allusione, riflessione che non vada nella sacrosanta e corretta strada dell’ovvietà viene fraintesa generando altre innumerevoli polemiche che, come un fuoco di Sant’Antonio, formano una linea ininterrotta di riflessioni inutili che si svuotano nel giro di qualche ora. I social, poi, completano l’opera: migliaia di commenti, risposte, insulti, minacce vanno a comporre un’infinita tela fatta di coscienze che si intrecciano tra loro dando vita ad un flusso di coscienza unico pronto ad annientare, in qualunque modo, chiunque cerchi di capire davvero perché certe vicende stanno diventando sempre più numerose e più cruenti.

La risposta: “oggi se ne parla solo di più” non è più sufficiente a giustificare una tangibile psicosi che ogni individuo deve sopportare ogni volta che guarda un telegiornale, scrolla un social o legge un giornale. La percezione è che reati del genere, insieme al vandalismo, alla violenza immotivata tra giovanissimi, agli omicidi verso le proprie compagne/mogli, stiano aumentando pericolosamente senza che nessuno faccia davvero qualcosa. L’ondata di retorica che avvolge questi tragici avvenimenti è come uno tsunami che spazza via ogni riflessione seria e dolorosa che deve essere fatta sulla società contemporanea. Le proposte di legge estreme che vengono ogni volta tirate fuori dalla politica (che sembra ossessionata dall’economia e dall’Europa brutta e cattiva a fasi alterne) sono solo le reazioni istintive di chi non è chiamato, davvero, a tentare di risolvere il problema, ma di chi, come l’opinione pubblica, vuole ad ogni costo fornire un giudizio, un’impressione, una riflessione non richiesti.

L’idea che mi faccio, ogni volta che assisto ad un atto di violenza tanto cruento quanto immotivato, è che ormai viviamo in una società estremamente pornografica, sessuale, pedofila, violenta, arrogante, prepotente e profondamente egoista. Il lupo, di cui tanti parlano, risiede ovunque: nelle famiglie, nella chiesa, nella politica, nel lavoro, nel commercio, nello sport, nelle banche, nei social. Ci dicono, poi, che il lupo sta nelle barche che arrivano sulle nostre spiagge dall’Africa o da paesi più lontani. Il lupo sta nell’economia cinese (il famoso “Lupo-Dragone), il lupo c’è ogni volta che ci sentiamo in pericolo. Non si vede, ma sappiamo che il motivo di ogni difficoltà che incontriamo è il lupo. Non dovremmo stupirci, dunque, ogni volta che una pecora viene mangiata (o stuprata), ma dovremmo cercare di individuare questo lupo, se davvero c’è, e tentare di compiere ogni sforzo per allontanarlo.

Ma se poi ci accorgiamo che di questo lupo non c’è traccia e che nella stanza “degli orrori” ci siamo solo noi e la vittima dell’ennesimo stupro, allora non è che il lupo risiede in ognuno di noi? Dunque il problema riguarda, credo, tutti e nessuno si può sentire escluso da un’emergenza che affonda le sue radici nel terreno dei nostri giardini, nei pavimenti dei nostri salotti, e nella pelle dei nostri corpi. Se non incominciamo a vedere il fenomeno della violenza sempre più diffusa e sempre più ingiustificata come patologia cronica di questa società, allora prepariamoci ad una lunga stagione di stupri di massa, di omicidi di fidanzate, compagne, mogli o amanti, di atti di vandalismo filmati e messi in rete, e di ogni tipo di barbarie assurde e incomprensibili. E di macabri e angoscianti ululati che si liberano violentemente dalle nostre bocche.

minchella violenza lupo – MALPENSA24