Sul Galfra Baroffio e Mezanzani hanno mentito

La discussione su come l’attuale amministrazione stia gestendo la questione del Galfra deve essere fatta solo con ironia, o meglio sarcasmo. Non vediamo come gruppo di minoranza altro modo serio di affrontare il paradosso. Potremmo dare anche un titolo a questa vicenda: “Predicare bene a mezzo stampa e social e razzolare male con gli atti ufficiali”.

Ci rivolgiamo al sindaco Marco Baroffio e all’assessore ai Lavori Pubblici, Simona Mezzanzani, che si sono comportati da buoni amministratori, hanno fatto quanto promesso in campagna elettorale, “un campo da calcio piantumato”, e quindi da cittadini non possiamo che esserne lieti. Poi hanno dato i numeri (degli alberi da tagliare si intente): tre o quattro sosteneva l’assessore in consiglio comunale, cinque indicava il progetto, forse 8 per problemi di radici si diceva, in ogni caso meno del progetto precedente affermava il capogruppo Donato Mauro e quindi sono stati più bravi.

Ora il progetto si sta compiendo ed escono i dettagli, «quelli che fanno la differenza – aggiungiamo – che il progetto celava ma di cui già si dubitava: il platano usato come spartitraffico pedonale per i genitori che assisteranno alle partite dei ragazzi (solo delle giovanili perché il campo non sarà omologato per altre categorie) è adesso riconvertito a cipresso su cui inchiodare al tronco la recinzione plastificata. E poi più in fondo, un’altra pianta, che a colpi di accetta è stata trasformata in un piolo.

 E le radici? Praticamente reinvasate con uno scavo tutto attorno, ricoperte da un pavimento in cemento per aiutarne la captazione dell’acqua e salvaguardane la zolla.

Ma gli alberi li avete salvati. Bravi, bravissimi.

Citando Checco Zalone verrebbe da dire: “Ma chi ha fatto il progetto è del mestiere?”. Probabilmente la Commissione LLPP, che a distanza di oltre tre mesi dal suo insediamento non è ancora nominata, avrebbe potuto aiutare l’ufficio e gli amministratori a scelte più consapevoli. Quanto sono lontani i tempi in cui in l’attuale sindaco, insieme a Paolo Carlesso e a Walter Lomi, faceva interviste e sopralluoghi al Parco delle Rimembranze per denunciare lo scempio paesaggistico perpetrato dall’amministrazione Catelli e raccogliendo anche le firme nella sua pasticceria per la petizione popolare.

Ora lanciamo un appello. E’ necessario tornare seri. Chiediamo al sindaco se il consulente agronomo incaricato ha avvallato le procedure di potatura e lo sbancamento di terra intorno alle alberature. Una buona norma agraria sulla salvaguardia delle piante, soprattutto se adulte prescrive che attorno al fusto, per una distanza di circa tre volte il diametro dell’albero, la zolla non debba essere compromessa. Il precedente progetto, quello del sindaco Catelli, era almeno coerente, senza trucchi, prevedeva un campo regolamentare che avrebbe consentito lo svolgersi di qualsiasi manifestazione e diceva con chiarezza gli alberi da tagliare.

La cosa grave di questa situazione è che sindaco e assessori hanno mentito sapendo di mentire, perché non era necessario fare molte riunioni o disegni, bastava prendere una bindella, andare sul posto, misurare, tirare un filo e constatare che gli alberi da tagliare e le relative fronde davano comunque “fastidio” al campo, anche ridimensionato. Ma certo era meglio tacere per compiacere l’opinione pubblica. Ora saranno costretti comunque ad abbatterli per convenienza. Bastava parlare chiaro sin dall’inizio. Voglia il sindaco ascoltare il nostro consiglio, faccia tagliare le piante maggiormente vicine al nuovo campo che sono state maldestramente amputate, non c’è altra soluzione, sono diventate pericolose, sia per gli atleti sia per gli spettatori. Avrà così realizzato un campo non regolamentare, ma almeno sicuro per i fruitori.