Tassa “Sanità” per i frontalieri, Alfieri (PD): «Cestinati gli accordi con la Svizzera»

Il senatore del PD Alessandro Alfieri

VARESE – «Non è automatico che la nuova tassa sulla sanità per i frontalieri si tradurrà in un aumento di stipendio per medici e infermieri “di confine”. Anzi, siccome è stata calata dall’alto, il rischio è che venga “assorbita” dalla fiscalità nazionale senza alcun beneficio». Parte da qui il senatore del Partito Democratico Alessandro Alfieri, tra coloro che più hanno lavorato per mettere a punto l’accordo Italia Svizzera approvato qualche mese fa «e – aggiunge – buttato nel cestino da questo Governo con l’annuncio di un nuovo balzello. La verità è che la Lega dice di essere il partito del territorio, ma poi fa tutto il contrario».

Balzello fiscale e false promesse

«Questo governo si è dimenticato dell’accordo approvato tra Italia e Svizzera che è nato da un metodo di condivisione tra territorio e sindacati – ha spiegato il senatore dem Alfieri durante la conferenza stampa convocata ad hoc nella mattinata di oggi, venerdì 27 ottobre – Questo governo ha buttato via tutte le regole pattuite e ha calato dall’alto una scelta senza convocare il tavolo dei Frontalieri previsto nelle legge dell’accordo fiscale».

Di quanto contenuto nella Manovra economica varata al momento dal Consiglio dei Ministri alla voce “Frontalieri”, Alessandro Alfieri salva solo il principio: «Sull’obbiettivo di questo provvedimento siamo pronti a discutere e a trovare possibili soluzioni. Non possiamo però prescindere da due paletti la gradualità e la progressività. Infatti,tra i frontalieri c’è una bella differenza di stipendio tra chi lavora nel settore delle pulizie e chi lavora nella finanza a Lugano. Mettere un prelievo fiscale flat com’è al momento all’interno della Manovra sarebbe sbagliato. Non solo, ma anche l’arbitrarietà regionale sul peso del prelievo credo non sia costituzionale».

I conti a spanne

«Sono sbagliate anche le copertura e- continua il senatore – le quali vengono utilizzate per generare false aspettative negli operatori sanitari di confine. Ammesso, infatti, che si riesca davvero a recuperare risorse da questo prelievo forzato dallo stipendio dei frontalieri, sarebbe bene destinare quei soldi alla contrattazione di secondo livello così da defiscalizzare quegli aiuti e impedire che i benefici concessi vengano divorati dalle tasse. Insomma, il rischio è che si faccia un intervento sbagliato, che non produce gli introiti necessari per fare un’operazione seria».

tassa frontalieri alfieri – MALPENSA24