Sospesa la licenza al taxista che si rifiutò di caricare due anziani invalidi a Malpensa

taxi milano malpensa

MALPENSA – La sospensione della licenza a tempo determinato. E’ questo il procedimento adottato dalla Commissione tecnica di Regione Lombardia al taxista che, lo scorso 18 agosto, si rifiutò di caricare a bordo due anziani invalidi residenti a Cardano al Campo. Troppo breve la corsa, troppo magro il guadagno. E dunque li lasciò sul marciapiede, insieme alla loro figlia, a mezzanotte inoltrata.

Il rifiuto della corsa

Fu proprio la figlia, Liliana Martino, a denunciare pubblicamente l’accaduto, promettendo che sarebbe andata fino in fondo per ottenere giustizia. E così è stato. I taxisti, com’è noto, non possono rifiutare la corsa. Eppure avviene ancora troppo spesso, perché dopo ore di attesa non accettano una destinazione di lunghezza  inferiore a Milano. E’accaduto anche a Martino, atterrata dopo mezzanotte con il volo easyJet proveniente da Bari. Fu un viaggio bellissimo ma anche molto faticoso. La mamma è in sedia a rotelle e anche il padre ha una percentuale di invalidità considerevole. Ma voleva portarli a tutti i costi in Lucania, la loro terra d’origine. Sentiva che poteva forse essere l’ultima volta e comprò i biglietti. Furono giorni fantastici e anche il viaggio in aereo andò meglio del previsto, grazie all’assistenza a terra che li scortò da sottobordo fino all’uscita del terminal. Mancava soltanto l’ultima manciata di chilometri per arrivare a casa.

O Milano o niente

«Buonasera , dovrei andare a Cardano al Campo», chiese gentilmente al primo taxi in fila davanti al T2. «Mi spiace ma io non la porto, vada davanti alla farmacia, lì ci sono i miei colleghi che fanno le corse brevi», rispose bruscamente l’autista. Martino lo scorso agosto ancora non sapeva che il taxista non poteva rifiutare la corsa. Lasciò dunque i genitori da soli, camminò spedita verso la zona delle Partenze, ma non trovò nessuno. Tornò indietro. La madre nel frattempo si era addormentata sulla carrozzina (aveva preso dei tranquillanti per affrontare il viaggio in quota), mentre lei incominciò ad agitarsi. «E ora come facciamo a tornare a casa?». Il primo taxista nel frattempo se n’era andato. Per fortuna un collega parcheggiato poco distante capì subito la gravità della situazione e intervenne. «E’stato un angelo»,  ricorda la cardanese. «Ci portò a casa per 15 euro e mi aiutò persino ad accompagnare la mamma a letto».

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La commissione disciplinare

Le associazioni di categoria da anni combattono contro questo fenomeno di malcostume e chiedono di segnalare immediatamente il disservizio per individuare i responsabili. E ciò che fece la cardanese, segnandosi il numero di targa. Perché non si tratta soltanto di una cattiva abitudine, ma di un illecito. A nulla sono valse decine di denunce di clienti, interventi della Regione, sollecitazioni dei sindaci del territorio e nette prese di posizione delle associazioni di categoria. I taxisti, dopo ore di attesa, non vogliono sentire ragioni di perdere per una manciata di chilometri la redditizia corsa su Milano che vale 95 euro come tariffa fissa. Eppure non possono rifiutarsi: chi non carica il cliente può rischiare grosso, finanche essere accusato di interruzione di pubblico servizio. E oltre a un’ammenda salata, la commissione disciplinare istituita dalla Regione può arrivare a sospendere la licenza. E’ ciò che è avvenuto stavolta, così come è stato comunicato a Martino nei giorni scorsi, per un tempo stimato in 30 giorni.

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