Un tetto (e un lavoro) per gli sfrattati di Busto che vivono in auto in un parcheggio

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Un'immagine tratta dal servizio del TgR Lombardia

BUSTO ARSIZIO – Il Comune offre un tetto nel rifugio della stazione e arrivano proposte di lavoro per i figli disoccupati: buone notizie per la famiglia Passafiume, gli sfrattati dalle case popolari che vivono e dormono in cinque (padre, madre, due figli maschi e una femmina, tutti maggiorenni) in due utilitarie che stazionano stabilmente da ormai più di due mesi nel parcheggio di un supermercato a Busto Arsizio. Il loro caso ha fatto scalpore, ottenendo anche la ribalta televisiva regionale, e ha mobilitato diverse persone, che si sono interessate alla vicenda per trovare delle soluzioni. Perché al di là di ogni responsabilità o errore commesso, non c’è alcuna dignità nel vivere in un’automobile.

Le offerte del Comune

«La nostra offerta alla famiglia è di trasferirsi nell’immediato nel rifugio dei senzatetto alla stazione di Busto – spiega l’assessore ai servizi sociali Osvaldo Attolini, che in questi giorni sta approfondendo la situazione della famiglia Passafiume insieme allo staff di via Roma – ci sono tre posti, tra cui due per le donne, disponibili fin da subito, e altri due si aggiungeranno a breve». La famiglia è stata sfrattata lo scorso novembre, a causa di una forte morosità con Aler, e non è in condizioni di trovare un’alternativa abitativa, anche perché allo stato attuale si mantiene con lo stipendio dell’unico figlio che lavora e con l’indennità di disoccupazione del capofamiglia, ormai prossima alla scadenza. Oltre ad un tetto per dormire, che è la prima priorità urgente, si sarebbero palesate anche due proposte di lavoro per i figli disoccupati, da parte di imprenditori che, mettendosi la mano sul cuore, vorrebbero dare un’occasione a queste persone per uscire da una situazione di disagio. Un secondo contratto di lavoro potrebbe rappresentare una garanzia in più per ottenere un alloggio sul mercato privato, dato che la morosità con Aler impedisce per cinque anni l’accesso alle graduatorie per le case popolari. Inoltre, sono in corso verifiche più aggiornate anche sui requisiti reddituali per l’accesso al reddito di cittadinanza.

Emergenza nuove (e vecchie) povertà

L’assessore Attolini ha voluto incontrare personalmente la famiglia sfrattata per prospettare le soluzioni che si stanno mettendo in campo: «C’è attenzione nei confronti di questa famiglia, e si sta profilando una soluzione che tenga conto delle diverse variabili, attuali e pregresse». Resta il fatto che questa vicenda dovrebbe porre una volta di più al centro del dibattito politico il tema delle nuove (e vecchie) povertà: nell’omelia del Te Deum del 31 dicembre scorso, il Prevosto di San Giovanni monsignor Severino Pagani aveva già usato parole chiarissime in proposito, invocando da parte della politica cittadina un impegno alla ristrutturazione di un edificio dismesso da adibire a finalità sociali, tra cui quella di un dormitorio e di una mensa per i poveri.

busto famiglia senzatetto rifugio – MALPENSA24