Treni e misteri: perché due volte all’anno il cambio di orario dei treni?

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Da trent’anni sono un pendolare che utilizza ogni giorno un treno all’andata e uno al ritorno per raggiungere e rientrare da Milano. A volte ostaggio, necessariamente più di uno.
Prima con Ferrovie dello Stato, poi con Trenitalia e infine con Trenord, puntualmente, si fa per dire, attorno alla metà di dicembre e a seguire metà di giugno, avviene, di anno in anno, qualcosa di inspiegabile: il cambio dell’orario dei convogli di tutte le tratte, fra cui quella che frequento. Semplicemente si modificano di pochi minuti gli orari di partenza, transito e arrivo della maggior parte dei treni, senza che vi siano effettivi stravolgimenti. Tralascio di descrivere il cambio di tutti i manifesti esposti nelle stazioni, la pubblicazione di nuovi orari cartacei, l’aggiornamento delle piattaforme internet, i sistemi infotelematici di governo della rete ferroviaria, etc., e ci concentriamo su quante risorse siano destinate esclusivamente a predisporre e gestire tali variazioni e soprattutto sul motivo a molti ignoto. Perché nel 2020 esiste un orario estivo e un orario invernale dei trasporti su rotaia? Non stiamo parlando di variazioni del numero di viaggiatori stagionali, né di improvvisi picchi o cali delle utenze o di miglioramenti della percorrenza perché altrimenti dovrebbero essere variazioni stabili. E dunque la risposta sensata alla domanda?

Gianluca Tonellotto

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