UBOLDO – Il sorriso ampio di chi è quasi arrivato. La corona di alloro in testa di chi ha tracciato la sua strada e la sta perseguendo. Poi la malattia improvvisa, fatale. E Federica non c’è più. Ma sono rimasti i suoi sogni. Il suo futuro è lì. Sono rimasti il suo amare lo studio e ieri i genitori, mamma Rosanna e papà Michele hanno ricevuto quella laurea magistrale, inseguita, perseguita, che Federica ha tallonato passa a passo. Le è sfuggito, quel traguardo già tagliato, soltanto perché qualche volta, il destino diventa cattivo con i migliori. Chissà perché poi.
L’ateneo ha detto sì. Ggiustamente
Federica Bombana L’altro ieri avrebbe conseguito la laurea magistrale. L’hanno ritirata i genitori Un sogno spezzato. Perché Federica morta lo scorso 24 marzo per una meningite fulminante. Aveva 24 anni, in tasca tutti gli esami superati, la tesi in fase di stesura e uno stage cominciato da un mese alla sede milanese della Reckitt Benckiser, azienda inglese nel settore dei prodotti di pulizia. Stava volando verso il suo obiettivo la ragazza di Uboldo. Verso la laurea in Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni alla Cattolica. «È giusto che Federica abbia un riconoscimento per il suo impegno». Mamma e papà hanno fatto appello all’ateneo, che ha detto sì. E l’altro ieri è stato il giorno della cerimonia speciale per la consegna di un attestato che certifica gli studi compiuti, il coronamento di un percorso brillante. Una pergamena che potrà addolcire almeno un po’ il dolore indicibile. E come tutti i neo dottori, anche Federica ha avuto due regali: l’immagine del Sacro cuore e il simbolo dell’Università Cattolica, consegnati dai professori nelle mani dei suoi genitori. Qualche volta la vita è ingiusta. Qualche volta il destino si prende i migliori di noi. Quelli che hanno speranze. Quelli che avrebbero diritto a un futuro. Qualche volte, ed è questo il caso, le istituzioni fanno il loro dovere e danno a Cesare quel che è di Cesare. E a Federica ciò che le spetta.